Rangnick: “Contatti ad ottobre. No ad Ibra e Kjaer”

La lunga intervista di Ralf Rangnick a La Gazzetta dello Sport. Ecco le parole dell’ex uomo Red Bull che avrebbe potuto cambiare il volto del Milan

Rangnick intervista milan
Ralf Rangnick (Getty Images)

Ralf Rangnick, come anticipato nella notte, ha parlato a La Gazzetta dello Sport. Ecco l’intervista del tedesco che avrebbe potuto cambiare il volo al Milan: “I primi contatti sono nati a ottobre, quando il Milan era a tre punti dalla zona retrocessione – conferma l’ormai ex uomo Red Bull – Poi la squadra è cresciuta dopo il Coronavirus e cambiare non sarebbe stato saggio né rispettoso, ecco perché c’è stata la rottura.

Pioli secondo loro ha meritato la conferma, lo penso anche io e l’ho apprezzato molto. Poi se è la scelta giusta nel medio-lungo termine è un altro discorso…”.

La presa di posizione di Boban e Maldini – “Io non ho mai parlato di nessuno – prosegue Rangnick – Se mi chiedete se sono stato io il responsabile del suo addio al progetto Milan, dovete girare la domanda ai dirigenti rossoneri. Maldini da giocatore è stato una leggenda, ma non posso dirne lo stesso da direttore sportivo perché non ne conosco l’operato. Mi chiedo solo se la proprietà del Milan è contenta dei risultati in rapporto alla quantità di denaro speso…”.

No a Zlatan Ibrahimovic e Simon Kjaer – “La domanda da fare è: perché il Milan si è rivolto a me? Cosa volevano da me? Se lo hanno fatto è perché magari cercavano una svolta. Non è nel mio stile puntare sui 38enni, anche se sono bravi come Ibrahimovic. Preferisco creare valore, sviluppare giovani talenti.

Per me ha poco senso puntare su Ibra e Kjaer, ma questa è la mia idea. Quando Zlatan ha detto che non mi conosceva aveva ragione: non ho mai parlato con lui, non lo conosco neanch’io”.

Progetti da seguire – “L’esempio è a 30 km da Milano: l’Atalanta ha un terzo del fatturato del Milan ma arriva davanti. Fanno affari intelligenti, hanno giovanili tra le migliori d’Europa. Gasperini poi è bravissimo, ma vincono di squadra.

Parlando di allenatori Conte è uno che mi piace tantissimo. Ha uno stile di calcio sofisticato, attivo e aggressivo. Alla mia Red Bull l’idea di calcio è sempre stata quella: veloce, aggressivo, rapido. Il mio è un arrivederci all’Italia? Chissà…”.

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