Stankovic: “Ci abbiamo sempre creduto, l’arbitro non ci ha premiato”

Dejan Stankovic, nel post partita, ha espresso la sua fierezza per la sua squadra che ha fronteggiato il Milan fino all’ultimo istante.

Dejan Stankovic  (©Getty Images)
Dejan Stankovic (©Getty Images)

Eliminati, ma a testa alta e con orgoglio, Dejan Stankovic fa solo i complimenti ai suoi ragazzi per aver  fronteggiato al meglio il Milan nei sedicesimi di finale di Europa League. La sua Stella Rossa, malgrado l’immediato svantaggio ha reagito con forza, e nel finale ha rischiato di ribaltare il risultato.

I serbi hanno mostrato il carattere grintoso del suo allenatore e anche in inferiorità numerica hanno affrontato con orgoglio la gara. L’allenatore, ex Inter e Lazio da calciatore, ha elogiato il suo gruppo, e ha anche invitato l’arbitro a far battere il corner nel finale.


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Le parole di Dejan Stankovic nel post partita

Una gara vivace, piena di episodi e bloccata da un miracolo di Gigio Donnarumma. Dejan Stankovic, allenatore della Stella Rossa di Belgrado, analizza ai microfoni di Sky Sport dell’eliminazione della sua squadra, uscita per mano del Milan in una gara tutt’altro che scontata.

Ecco le parole del tecnico serbo nel post partita: “La qualificazione era possibile da sempre, già dal primo minuto della gara di Belgrado, abbiamo mostrato coraggio. Abbiamo giocato molti minuti in dieci, ma non piango, sono orgoglioso per quello che abbiamo fatto nelle due gare. Possiamo fare grandi cose, sono al loro fianco”.

Il tecnico parla del suo gruppo:“Ho portato al gruppo il mio modo di lavorare, la cultura di questo club. Loro sanno già che la Stella Rossa è un grandissimo club, abbiamo cambiato molto. Il club ha creduto in me, dicono che sono giovane ma ho sempre giocato a calcio. Questo progetto avrà futuro”.

Su Ibra e il Milan: “Ibra è un fratello, ma non so cosa stia succedendo al Milan, da venti giorni sono in difficoltà. L’Inter al momento è favorita”.

Sull’arbitro: “Siamo arrabbiati per il calcio d’angolo finale, di solito lo fanno battere, a parti inverse lo avrebbero battuto, a noi no. Ci poteva premiare”.

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