Milan, concorrenza italiana per il centrocampista

Non c’è solo il Milan sulle tracce di Tiemoué Bakayoko. Il centrocampista continua ad essere nel mirino anche di Juventus e Napoli

Paolo Maldini
Paolo Maldini (© Getty Images)

Sky Sport ha parlato nella serata di ieri di un incontro in programma tra il Milan e il Chelsea per Tiemoué Bakayoko. Il centrocampista francese non resterà a Londra e quasi certamente farà ritorno in Italia: il calciatore ha voglia di vestire ancora una volta il rossonero, di giocare a San Siro dove si è trovato parecchio bene.

Nonostante le buone prestazioni di Tommaso Pobega, l’idea di acquistare un nuovo centrocampista, anche in vista dell’addio – direzione Coppa d’Africa – di Ismael Bennacer e Franck Kessie, resta viva.

Bakayoko è sicuramente il nome in cima alla lista ma serve che il Chelsea venga incontro al Milan, cedendolo in prestito con diritto di riscatto. E’ evidente che occorra il rinnovo per un’altra stagione, visto che il suo attuale accordo scadrà fra meno di un anno, il prossimo 30 giugno 2022.

Il Milan, però, non è l’unica squadra sulle tracce del centrocampista. Bakayoko rappresenta un colpo degli ultimi giorni di mercato per molte squadre: Tuttosport, conferma, infatti, che anche Juventus e Napoli, potrebbe decidere di puntare sull’ex Monaco qualora non dovessero raggiungere i loro primi obiettivi. Non è un segreto, ad esempio, che la Juventus punti deciso su Manuel Locatelli.

La trattativa con il Sassuolo, però, fatica a decollare e se non dovesse andare in porto, i bianconeri dovranno cercare un sostituto. Il nome giusto potrebbe davvero essere, dunque, quello di Bakayoko. Ma la sensazione è che il centrocampista se fosse chiamato a scegliere, direbbe sì al Milan.

Non solo Bakayoko

Se dovesse davvero tenersi un incontro tra il Milan e il Chelsea, è impensabile che le parti non parlino anche di Ziyech. Come raccontato, il marocchino è nome da ultimi giorni di mercato ma serve uno sforzo economico importante. L’ex Ajax percepisce tanto e i londinesi difficilmente lo cederanno – tra diritto e riscatto – per meno di 35/40 milioni di euro.

 

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