Milan a RedBird, cos’è la “Media Company”: come può cambiare il club

Il fondo americano RedBird Capital ha in mente un progetto finanziario e strategico ben preciso, trasformando il Milan in un brand enorme.

Giorni importanti in casa Milan. Soprattutto per il passaggio di proprietà di cui si parla da tempo: il fondo arabo Investcorp ha ufficialmente mollato la trattativa per le quote di maggioranza, smentendo tutte le voci fuoriuscite nelle scorse settimane.

bandiera milan
Bandiera del Milan in Piazza Duomo (©LaPresse)

Nelle prossime settimane potrebbe realmente consumarsi l’accordo per la cessione delle quote di maggioranza. La proprietà Elliott, che dovrebbe restare in società con quote minori, cederà il passo al fondo statunitense RedBird Capital. Una società di investimenti molto attiva anche nel settore sportivo.

Gerry Cardinale, fondatore e chairman del gruppo, ha già le idee chiare. Vuole prendere il Milan non tanto per spendere soldi senza senso, bensì per costruire un progetto ben pianificato, con una strategia economica di grande impatto e con rilevanza internazionale. In questi giorni si parla del Milan trasformato come fulcro di una Media Company globale. Andiamo a capire nel dettaglio di cosa si tratta.

Marchio rossonero trasversale e franchise internazionale

RedBird ha già investito negli ultimi anni in moltissime attività sportive, negli USA ed in Europa, spaziando dal calcio al basket fino al fooball americano finanziando persino una lega parallela. Ciò che risalta agli occhi è il lavoro certosino che Cardinale e soci svolgono sullo sviluppo del brand in cui decidono di scommettere.

L’idea di trasformare il Milan da semplice marchio calcistico ad una Media Company rappresenta un passo avanti verso il futuro imprenditoriale. In pratica l’intenzione è quello di non vedere più il club rossonero come semplice squadra di calcio abile a ricavare introiti dai diritti televisivi, dallo stadio o dal merchandising più stretto. Cardinale vorrebbe bensì ampliare il tutto lavorando sul nome AC Milan come marchio globale.

Costruire una Media Company vuol dire partire dal core business, ovvero il Milan come storico e vincente club sportivo, ed allargare il suo utilizzo in ambiti finora meno toccati, dall’entertainment alla comunicazione globale, passando per prodotti ufficiali anche non legati al calcio. Il tutto ovviamente in scala mondiale, sfruttando il lavoro di Elliott con le partnership di questi ultimi anni.

L’esempio più lampante di Media Company vincente in questi ultimi anni è l’azienda Red Bull, partita come semplice produttrice di una bevanda energetica. Ha sfruttato una comunicazione convincente ed un forte impatto mediatico allargando i propri orizzonti: sviluppo della comunicazione parallelo a quello industriale, così da potersi allargare in ambiti come lo sport, l’abbigliamento, i motori.

Non è da escludere che nel progetto di Cardinale ci sia quello di creare un franchise legato al Milan a livello calcistico. Un po’ come fatto dal City Football Group dell’emiro Mansour bin Zayed. Ovvero un gruppo di club legato alla stessa proprietà con brand e sviluppi molto simili in tutto il mondo, da Manchester a New York fino ad arrivare a Melbourne.

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