Nuovo San Siro, l’ad Antonello: “Doppio stadio? Perché no”

Ancora importanti dichiarazione in merito alla questione del nuovo stadio e alle due piste da percorrere

A seguito dell’incontro di ieri con l’Inter e il Comune di Milan in merito al progetto del nuovo San Siro, il presidente del Milan Paolo Scaroni è tornato a parlare sulla questione, insistendo in un certo qual modo sui soliti punti.

Alessandro Antonello
Alessandro Antonello (©Ansa Foto)

Queste le sue parole: “Non è una procedura accelerata ma una procedura che non vuole perdere tempo. Ogni tanto il sindaco dice che penso di essere in Svizzera. No, io so benissimo com’è l’Italia e la conosco molto bene. Quando c’è la volontà le cose si fanno rispettando le regole. Resta in piedi l’ipotesi Sesto perché come ho detto più volte, per noi il tempo è fondamentale. Il primo che ci dà la possibilità di procedere, noi procediamo”.

Intanto anche sul fronte politico il tema San Siro rimane centrale con il capogruppo di Forza Italia, Alessandro De Chirico, che ha lamentato la lentezza con cui ci si è mossi sulla questione e su come non ci sia traccia neanche di un’ipotetica data di presentazione del progetto alla città

Ha parlato anche l’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello, che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: “Ora siamo più ottimisti perché finalmente è stata stabilita una timeline. Lugli e agosto serviranno ai tecnici per preparare i dossier sul dibattito pubblico, a fine agosto ci sarò un passaggio in Giunta e a metà settembre partiranno i vari incontri con i comitati. Entro ottobre ci sarà una relazione conclusiva. Se tutto questo verrà rispettato da novembre passeremo alla fase di progettazione esecutiva”.

Antonello ha aggiunto, non chiudendo all’ipotesi doppio stadio: “Qui si ragiona su San Siro. Se saranno rispettate le tempistiche bene, altrimenti valuteremo alternative. L’alternativa Sesto tiene dentro anche noi. SE il Milan decidesse di andare avanti da solo, troveremmo una soluzione, ma non credo avvenga. San Siro da soli? Perché no, ma con presupposti diversi da ora”.

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