Maldini: “Tre anni bellissimi. Con i giocatori rapporto padre-figlio”

Le dichiarazioni del dt rossonero in occasione dell’evento del Festival dello Sport a Trento: tanti i temi toccati

Alle ore 14 Paolo Maldini è intervenuto sul palco del Festival dello Sport a Trento, organizzato dalla Gazzetta dello Sport. Il direttore tecnico del Milan ha toccato davvero tanti argomenti.

Paolo Maldini
Paolo Maldini (©LaPresse)

Dallo Scudetto al rapporto con i suoi giocatori, passando per i momenti più difficili durante questi anni da dirigente del Diavolo. Tutte le parole di Maldini all’evento.

Sullo scudetto

“Lo scudetto è stato molto importante. Non giocando non scarichi l’adrenalina: c’è la tensione ma non puoi giocare. Quando sono arrivato nel 2018 dovevo ancora avere una visione da dirigente, ma da allora ho fatto molta esperienza. Sono stati tre anni bellissimi in un progetto che ha dato grandi soddisfazioni a tifosi e club”.

Sui momenti importanti

“Quando ho firmato, che non mi sentivo né pronto né adeguato, e l’ultima partita a Sassuolo e la festa in piazza Duomo”.

I calciatori sono colpiti quando chiama Maldini

“Parto con questo vantaggio ma non è solo dovuto al fatto che ho giocato per il Milan. Il vantaggio è il legame con questo club e con la sua storia, che non va neanche presentata perché parla da sola. Quando viene chiamato un calciatore è più facile convincerlo, ma poi le promesse devono essere vere e così si guadagna fiducia”.

Sull’acquisto di Theo Hernandez

“Siamo andati a parlare prima con il Real. Con Theo ho usato le stesse parole che userei con mio figlio. Con i miei calciatori sento un po’ questo rapporto padre-figlio. So benissimo quali sono le difficoltà a quell’età”.

Sulle difficoltà

Sono state varie, perché si tratta di un progetto diverso da quello vincente di Berlusconi. Vieni da anni difficili in cui non ti qualifichi in Champions. Devi parlare di progetto credibile e vincente, ma ridimensionato dai costi. Mi sento un po’ garante del progetto rossonero, è normale che in una grande azienda le persone non mettano radici, invece io ce le ho da quando mio papà è venuto a giocare qui negli anni 50′.

Su Giroud

“Giroud è un campione, punto e basta. . Ha vinto un Mondiale, gioca in nazionale, è un protagonista esemplare. La caratteristica principale di un campione è che è umile e è un uomo squadra. Un campione viene fuori quando c’è bisogno. All’inizio è stato limitato da qualche infortunio, ma poi è venuto fuori”.

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