@ML – Mirabelli: “Guirassy è una scommessa e al Milan servono certezze. Infortuni? Richiamerei Tognaccini”

Prima dell’ultimo atto del 2023 capiamo quali potrebbero essere le necessità e le prospettive rossonere Massimiliano Mirabelli, l’ex direttore sportivo del Milan. 

Il Milan si appresta a chiudere un anno contraddistinto da grandi cambiamenti e conferme importanti, che hanno scatenato momenti altalenanti e sentimenti contrastanti. Il presente però impone uno sguardo al futuro, tra crisi infortuni e opportunità di mercato.

Massimiliano Mirabelli Milan intervista
Massimiliano Mirabelli – MilanLive.it

Dopo il fischio finale del match contro il Sassuolo la palla passerà alla dirigenza, che dovrà operare in modo tale per far sì che nel 2024 il Diavolo si lasci alle spalle le difficoltà vissute finora. Per questo abbiamo chiesto all’ex direttore sportivo rossonero Massimiliano Mirabelli che idea si è fatto del momento e soprattutto che cosa aspettarsi per l’imminente futuro.

I temi toccati sono quelli più scottanti per i tifosi, dal problema degli infortuni alla gestione Pioli, con uno sguardo al mercato e alle novità in arrivo che influiranno sulle scelte del club.

 

La situazione del Milan è critica per via degli infortuni ma tra poco inizia il mercato. In quale reparto è prioritario intervenire e in che modo? Investire o puntare ai prestiti?

Il mercato di gennaio è tutt’altro che semplice. Quando si cercano i giocatori forti sai che gli altri tendono a tenerseli quindi bisognerebbe investire e anche molto. Certamente il Milan lì davanti deve migliorare qualcosa, ma tenendo presente questo.

Uno dei nomi più quotati è quello di Guirassy, secondo lei è un profilo da Milan?

Il Milan credo debba andare più su delle certezze e quest’operazione mi pare più una scommessa che una certezza. Il calcio europeo è pieno di talenti che se hai i soldi puoi andare a cercare. Il Milan ha ancora diversi obiettivi da centrare, ma dovrà farlo con operazioni più importanti.

Serhou Guirassy, attaccante dello Stoccarda nel mirino del Milan. (Ansa-Milan Live)
Serhou Guirassy, attaccante dello Stoccarda nel mirino del Milan. (Ansa-Milan Live)


Il rientro di Gabbia è una mossa verosimile per risolvere l’emergenza in difesa o va fatto di più?

Io sono felice per Gabbia perché è un ragazzo che era stato quasi buttato via e l’abbiamo rinnovato e tenuto. È un giocatore importante e un ritorno sicuramente gradito, ma anche lì il Milan necessita forse di un giocatore più d’esperienza e di livello più alto.

Tipo Bonucci? Potrebbe essere un’occasione da prendere in considerazione?

Non credo. Bonucci è stato un grandissimo giocatore, ma è già stato al Milan e poi è tornato alla Juve, non penso ci sarebbe un effetto positivo da parte dei tifosi e rischia di non convenire né al club né al giocatore. Il Milan deve puntare su giocatori con cui fare un percorso e Bonucci come ha lui stesso dichiarato è alla fine della sua carriera.

Come fermare gli infortuni

Le è mai capitata un’emergenza infortuni come quella che sta vivendo il Milan?

Onestamente no, ma la cosa che più mi dispiace è che tutto questo ricada su Pioli. È vero che lui è il responsabile tecnico, anche dei suoi collaboratori, ma è anche vero che a volte ci siano delle annate in cui può succedere una cosa del genere e magari ci sono stati errori. Credo però che si stia troppo colpevolizzando Pioli, che da quando è arrivato al Milan ha fatto un lavoro eccellente.

Stefano Pioli. (Ansa-Milan Live)
Stefano Pioli. (Ansa-Milan Live)


Vero, ma i numeri dicono che specialmente dal punto di vista degli infortuni muscolari il dato è in costante crescita. C’è qualcosa che si può o si poteva realisticamente fare?

In questo caso, anche se parlare da fuori è più facile rispetto a chi sta dentro, io però probabilmente avrei richiamato Tognaccini, perché Milan Lab negli anni aveva dato risultati importanti sulla prevenzione degli infortuni e un uomo come Tognaccini, dato che quella è casa sua, magari avrebbe potuto dare una mano.

Che mercato sarà senza decreto crescita

Come cambierà adesso il mercato della Serie A dopo l’abolizione del decreto crescita?

Cambierà tanto perché ci saranno società in difficoltà, è una mazzata. Già abbiamo tante difficoltà verso il calcio inglese per esempio, ora poi ci sono anche gli arabi che portano via tanti talenti. L’Italia si dovrà risistemare. Un’altra cosa che può sembrare non c’entri nulla ma invece influirà è la perdita del vincolo sportivo. Sono tutte mazzate per le società che già non stanno bene a livello economico.

Può far rivalutare il parco giocatori italiano?

Da quel punto di vista magari sarà un vantaggio e uno stimolo a investire maggiormente sugli italiani, ma a livello di movimento europeo facciamo un altro passo indietro e ce ne accorgeremo nelle coppe. Dobbiamo cercare di valorizzare il “nostro prodotto” che però è un concetto che cozza con quell’altra legge assurda che ha determinato la perdita del vincolo sportivo. Così tante società minori che devono lavorare sui loro settori giovanili avranno maggiori difficoltà. Chi ha fatto queste norme non ha tenuto conto di tutte queste difficoltà considerando tutte le società, non solo quelle di vertice. Le società dilettantistiche, che poi sarebbero proprio quelle che dovrebbero valorizzare i giovanissimi talenti, sono state messe in ginocchio. Secondo me ci vorrebbe una riorganizzazione e dei dirigenti più preparati.

Fair Play Finanziario, due pesi e due misure?

Ieri è uscito un articolo che parlava del debito dell’Inter che ammonta ad oltre 800 milioni, parallelamente in molti ripensano a quando dopo la sua campagna acquisti il Milan venne escluso dalle coppe europee per aver infranto le norme del FairPlay Finanziario. Messa in questo modo è un po’ semplicistico, però aleggia tra i tifosi milanisti l’idea che la UEFA abbia due pesi e due misure. Che ne pensa di queste situazioni che fanno discutere i tifosi?

La legge sul FPF è stata sempre contraddistinta da tanti equivoci. Se oggi l’Inter nonostante questa massa debitoria può disputare le coppe europee significa che sta nella norma. Ci vorrebbero leggi più chiare perché oltre all’Inter ci sono altri casi, come il Manchester City, bisogna arrivare a un giorno in cui ci si sieda ad un tavolo per ripristinare o ridiscutere i valori, i parametri e i termini in modo che siano giusti per tutti e si possa competere ad armi pari. Ad oggi questi sono solo due esempi, ma onestamente trovo normale che ci sia chi pensa “perché noi sì e gli altri no”, questo significa che ci sono leggi poco chiare.

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