@ML – Stramaccioni: “Il Milan di Conceicao non l’abbiamo mai visto. Tare o Paratici? È quello che serve”

Intervista esclusiva ad Andrea Stramaccioni, allenatore e volto noto di DAZN, sulla stagione del Milan e i possibili scenari futuri

Stramaccioni in posa per la foto
Intervista esclusiva a Stramaccioni (ANSA) – MilanLive.it

Il Milan perde con la Lazio e spazza via quelle residue possibilità di raggiungere il quarto posto. A meno di miracoli, i rossoneri, dopo quattro di fila, non giocheranno la prossima Champions League. E sono in discussione anche la Conference e l’Europa League. Resta soltanto la Coppa Italia con la semifinale contro l’Inter da giocare. Sergio Conceicao non è riuscito ad imporsi anche a causa del poco tempo a disposizione per lavorare in allenamento (con partite ogni tre giorni da quando è arrivato) e ora la sua conferma sembra a rischio. Per analizzare la stagione dei rossoneri e parlare anche quelli che potranno essere i prossimi scenari, la redazione di MilanLive.it ha intervistato Andrea Stramaccioni, allenatore e volto noto di DAZN.

La stagione del Milan e l’impatto di Conceicao

Ennesima sconfitta del Milan, Champions sempre più lontana, San Siro che contesta: cosa non ha funzionato secondo te in questa stagione?

“Sicuramente la stagione è partita in grande salita per il mancato feeling fra il gruppo squadra e l’allenatore. Pioli in passato ha avuto anche il merito nel Milan di creare un grande spogliatoio e avere la vera leadership positiva dello spogliatoio. Forse oltre che dal punto di vista tecnico, il suo successore avrebbe probabilmente dovuto avere anche doti extra-campo adatte a quei calciatori e a quello spogliatoio”.

Ti aspettavi qualcosa in più da Sergio Conceicao? Da allenatore e uomo di calcio, il fatto di giocare ogni tre giorni e quindi con pochissimo tempo per lavorare in allenamento sui principi di gioco, quanto ha inciso?

“Conceicao è arrivato in un momento difficilissimo, e con la vittoria in Supercoppa ha avuto anche un inerzia e un impatto positivo. Ma poi alcuni problemi sono riemersi. L’allenatore secondo me non è ancora mai riuscito a farci vedere il Milan che vorrebbe o che avrebbe voluto mettere in campo come solidità e spirito di squadra. Ritengo abbia spesso “rincorso” delle situazioni”.

Merita un’altra occasione il prossimo anno?

“Il Milan dello Scudetto è stato piano piano smantellato per motivi anagrafici o di scelte di mercato. Oggi sta nascendo un nuovo Milan con individualità molto forti ma che faticano a dimostrarsi squadra. La vittoria del derby di andata, la vittoria di Madrid, il secondo tempo della Supercoppa ti fanno capire il valore potenziale individuale del Milan. Che però non ha mai trovato continuità. Conceicao per rimanere saldo al timone del Milan deve andare dritto per la strada tecnica che ha in mente, non “aspettare” più nessuno e dimostrare che il suo arrivo possa essere stato il momento da cui si è ripartiti per costruire un Milan vincente. Gli auguro di rimanere perché è un gran lavoratore, ha passione e lo capisco perché sta lavorando in una condizione non facile”.

Un nuovo ds e la suggestione Ambrosini

Come ti spieghi l’evidente calo di rendimento dei giocatori più rappresentativi come Maignan e Theo Hernandez?

“Da fuori non è facile. Ma ti faccio un esempio, mi è capitato di vederli magari in difficoltà la domenica con il Milan e poi fare grandi partite 4 giorni dopo con la nazionale francese. In questo momento al Milan è tutto più difficile. Ma il valore dei giocatori non è in discussione”.

Si parla di un Milan interessato ad un direttore sportivo, che pare possa essere Tare o Paratici: è quello che serve? E soprattutto, basta?

“Sono due dirigenti top e di grande personalità, entrambi sono esattamente il profilo che manca al Milan. Ibra sta lavorando duro e cercando di trasmettere tutti i suoi valori e la sua enorme esperienza e personalità al Milan, ma lui non è un direttore sportivo in senso tecnico. Lui secondo me sarà perfetto e complementare accanto ad un profilo così, ricalcando lo schema di tanti club di livello mondiale che spesso creano una coppia dirigenziale con questa differenza di caratteristiche”.

L’addio di Maldini è stato certamente uno spartiacque della storia recente del Milan. Quanto manca una figura come la sua? Fra i tuoi colleghi a DAZN c’è un certo Massimo Ambrosini: potrebbe essere una soluzione?

“Il valore e il carisma di Paolo Maldini sono universali, e io non ho idea di quale siano state le motivazioni del suo allontanamento. Ma inutile parlarne perché il futuro è oggi, e il Milan deve tornare ai livelli che merita. Non so se sia il mio amico Massimo la soluzione, ma resto convinto del valore assoluto di tanti elementi che vestono la maglia del Milan e quello che serve è puntare sui giocatori che secondo l’allenatore e la società saranno il Milan del futuro prossimo senza guardare in faccia a nessuno e ritrovare intorno alla squadra armonia e positività e soprattutto il supporto della Curva Sud che da sempre è un fattore determinante al fianco della squadra”.

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