Non bastava Kyrgios, altro “attacco eccellente” a Sinner

Un’altra bordata eccellente contro Jannik Sinner: dopo Kyrgios e Pellegrini, arriva un altro commento durissimo per il caso Clostebol

Sinner durante una conferenza
Le parole di Wawrinka su Sinner (ANSA) – MilanLive.it

Il caso Clostebol è ormai chiuso, che piaccia o meno. La squalifica di tre mesi di Jannik Sinner, arrivata in seguito al patteggiamento con la WADA di comune accordo coi suoi avvocati, è ormai agli sgoccioli: manca pochissimo al ritorno in campo dell’altoatesino, che coinciderà con l’inizio degli Internazionali d’Italia del prossimo 6 maggio. E Jannik parteciperà ancora da numero uno al mondo, nonostante i tre mesi di squalifica: né Alcaraz e né Zverev sono riusciti ad approfittarne.

Nel frattempo Jannik è tornato ad allenarsi e a prepararsi al meglio per questo atteso ritorno: un periodo di stop forzato che, per certi versi, gli ha anche fatto bene sia dal punto di vista fisico che psicologico. Inoltre, ha potuto fare un lavoro che una normale stagione di tennis non gli permetterebbe di fare. Mentre lui è concentrato sul ritorno in campo, al di fuori si continua a parlare della squalifica. Dopo il solito Kyrgios e l’inaspettata Federica Pellegrini, ecco un altro attacco eccellente.

Wawrinka contro Sinner per il caso Clostebol, le sue parole

Dopo la notizia della squalifica di tre mesi con patteggiamento, Stan Wawrinka si era espresso con toni piuttosto duri: “Non credo più in uno sport pulito“. Un’uscita pesante quella del tennista svizzero. E adesso, intervistato da Eurosport Francia, ha potuto spiegare meglio qual è il suo pensiero in merito a questa vicenda.

Wawrinka durante una partita
Le parole di Wawrinka su Sinner (ANSA) – MilanLive.it

Cosa c’è di sbagliato nel caso Sinner? Mah, il modo in cui è stato gestito, la comunicazione. Il fatto che non si sia saputo qualcosa fin dall’inizio. In questo modo si toglie credibilità a quello che succede“, ha detto Wawrinka. Che poi ha aggiunto un discorso più generale in merito alla gestione dei casi doping: “L’abbiamo visto nei casi negli ultimi anni. Alcuni sono stati sospesi due anni perché si sono dimenticati di comunicare esattamente un indirizzo… Si è gestita la cosa in un modo che secondo me fa del male al tennis molto semplicemente, perché alla fine ci si chiede qual è la battaglia che si sta cercando di vincere. Se si cercano davvero i giocatori positivi o alla fine si riduce tutto ad avere un avvocato bravo che ti fa uscire nel miglior modo possibile” .

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