L’allenatore ha rifiutato il Milan per rispetto dell’Inter: la decisione è stata sofferta per inevitabile, l’annuncio è di poche ore fa
A meno di clamorosi colpi di scena, a giugno il Milan ripartirà (di nuovo) da zero. La stagione che sta per concludersi è stata un totale fallimento, e questo giudizio non cambierà con l’eventuale vittoria della Coppa Italia col Bologna: non è un trofeo che può spostare di molto gli equilibri. Quanto accaduto in campionato è clamoroso: il Milan è nono in classifica dopo aver investito più di 100 milioni nelle ultime due sessioni di calciomercato ed è stato eliminato dalla Champions per meno della Dinamo Zagabria e poi del Feyenoord: ingiustificabile.
Si ricomincia quindi con un nuovo progetto e un nuovo allenatore. L’anno scorso, di questi tempi, era già deciso l’addio di Stefano Pioli dopo cinque anni: il suo è stato un corso di grande livello con la vittoria di Scudetto e una semifinale di Champions League, per poi crollare. Eppure, il ciclo Pioli non sarebbe dovuto nemmeno iniziare.
Retroscena Spalletti-Milan, perché disse no
Era settembre 2019 quando, dopo sole sei partite, il Milan di Maldini, Boban e Massara decise di esonerare subito Marco Giampaolo. Risultati negativi sì ma anche una gestione generale della squadra e della comunicazione che non aveva convinto la dirigenza. Per sostituirlo, la prima idea non era di certo Pioli, che arrivò solo come alternativa: il nome in cima ai pensieri della società c’era Luciano Spalletti.

L’attuale commissario tecnico dell’Italia aveva appena riportato l’Inter in Champions League prima di essere sostituito da Antonio Conte. Coi nerazzurri c’era anche l’accordo per una buonuscita visto che il contratto era ancora in essere ma alla fine l’accordo saltò. Dopo tanti anni, Spalletti ha deciso di raccontare la verità e di spiegare perché decise di rifiutare. Lo ha fatto nel suo libro: “Il mio no al Milan fu una decisione sofferta, non facile da prendere. Non mi sentii di andare al Milan per non fare uno sgarbo alla mia vecchia dirigenza interista e per non fare uno sgarbo ai tifosi dell’Inter”.
Nessun problema di natura economica quindi, né di buonuscita: Spalletti non voleva tradire i tifosi dell’Inter, squadra che aveva lasciato solo pochi mesi prima. Una Sliding Door clamorosa per la storia recente del campionato italiano: se il ct fosse andato al Milan, non avremmo mai visto lo Scudetto di Pioli e forse nemmeno lo Scudetto del Napoli un anno dopo. Doveva andare così, evidentemente.