La rivoluzione milanista è appena cominciata. Ripartire da zero per tornare a sognare in grande. Il prossimo dev’essere l’anno della rinascita.
Tutto nelle mani di Igli Tare. Per voltare pagina serve dimenticare in fretta una stagione rivelatasi disastrosa per l’universo Milan a tutto tondo. La mancata qualificazione in Europa, la deludente sconfitta in finale di Coppa Italia, il frammentario percorso in Champions, la Primavera che solo all’ultimo riesce a strappare un pass per le final eight, il misero quinto posto raccolto dalla squadra femminile, il Milan Futuro retrocesso tra i dilettanti: un’onta senza fine da rimuovere quanto prima.

La confusione strategica in seno alla società si è palesata tutta nella divergenza di vedute tra Cardinale da un lato, Moncada, Furlani e Ibrahimovic dall’altro. A mettere ordine in questo assetto deve pensarci il nuovo direttore sportivo. Tare dovrà essere l’unica figura a selezionare i calciatori da prelevare e a condurre le trattative per portarli a Milanello.
Prima ancora, Tare dovrà innanzi tutto scegliere il nuovo tecnico che siederà sulla panchina rossonera e da questo punto di vista si può affermare che il dirigente albanese si sia mosso in tempi celeri, compiendo una scelta a dir poco sorprendente. Quando tutti si aspettavano un volto noto del calcio italiano, ecco che arriva la decisione non preventivabile.
Dal Barcellona al Milan, Tare ha scelto
A fronte dell’impossibilità di arrivare a Vincenzo Italiano, fresco vincitore della Coppa Italia proprio ai danni della squadra allenata da Sérgio Conceição, in tanti avevano ipotizzato che il Milan potesse virare su Maurizio Sarri, ormai fermo da oltre un anno dopo aver rassegnato le dimissioni da tecnico della Lazio.
Tuttavia è proprio in virtù di questa sua ultima esperienza sulla sponda biancoceleste della capitale che non arriverà all’ombra della Madonnina. Nei suoi trascorsi a Formello non sono mancati momenti di tensione con lo stesso Tare, per scete di mercato non condivise e una costante propensione del trainer toscano ad esternare pubblicamente il proprio malcontento.

Saggiamente Tare ha scelto di evitare di imboccare una strada che potrebbe rivelarsi irta di malumori e dissidi già dalle prime battute. Ecco quindi il cosiddetto coup de théâtre: il Milan punta il suo gettone su Xavi, a sua volta fermo dal termine della stagione 2023-2024 e notoriamente pallino di Tare.
Bandiera blaugrana a cui ha legato la sua carriera da calciatore, anche da allenatore il triennio in Catalogna è stato ricolmo di successi: due secondi posti, un campionato vinto surclassando i Galácticos del Real Madrid e una supercoppa in bacheca. In precedenza aveva già allenato l’Al-Sadd con cui aveva conquistato la bellezza di sette trofei tra le varie competizioni calcistiche qatariote. Xavi ha la vittoria nel proprio dna e già si può intravedere la linea che traccerà al Milan, con una squadra che finalmente ripartirà dall’imperativo di proporre bel gioco.