Dopo le tante critiche ricevute, un ex ferrarista si toglie qualche sassolino dalle scarpe: ecco il suo sfogo.

La Ferrari sta disputando una stagione pesantemente al di sotto delle aspettative. Dopo la crescita avuta nella seconda metà del Mondiale di F1 2024, ci si attendeva di vederla competitiva e in lotta per il titolo 2025. Invece, le cose stanno andando diversamente.
La McLaren è la prima forza della griglia, con Oscar Piastri e Lando Norris che occupano le prime posizioni della classifica generale. In terza posizione c’è il campione in carica Max Verstappen, capace di portare a grandi risultati una Red Bull che non è più quella dominante del recente passato. Spesso anche la Mercedes è stata più veloce, infatti è davanti nella classifica costruttori e George Russell precede entrambi i piloti in rosso.
Charles Leclerc e Lewis Hamilton non sono ancora riusciti a vincere una gara lunga. L’inglese ha vinto la sprint race in Cina, però alla domenica è arrivato al massimo quarto (Imola). Il monegasco ha all’attivo un podio (terzo posto) in Arabia Saudita, arrivato dopo i quarti posti in Giappone e Bahrain.
Ferrari F1, un ex punge il team di Maranello
In questi mesi la Ferrari è al centro di tante critiche, inevitabili quando le aspettative sono elevate e vengono deluse. I piloti vengono abbastanza risparmiati, al netto di qualche genio (chiamiamolo così) che dà del “bollito” o altro a Hamilton. Molti si concentrano sul resto della struttura ferrarista, compreso il team principal Frederic Vasseur.

Ovviamente, non è il manager francese a costruire la macchina, però a livello comunicativo ha fatto spesso arrabbiare i tifosi, parlando di una SF-25 con un presunto grande potenziale inespresso. Ma servono aggiornamenti pesanti per vedere Leclerc e Hamilton più competitivi. Tra i ferraristi c’è chi non lo ritiene adeguato al suo ruolo e vorrebbe qualcun altro a prenderne il posto.
Mattia Binotto sa bene cosa significhi finire nel mirino della critica. È stato team principal della Ferrari prima di Vasseur e sono stati tanti i commenti negativi nei suoi riguardi. Interpellato dal Corriere della Sera sul fatto che in F1 esista il criterio del capro espiatorio, ha così risposto: “Vige in Ferrari. È un sistema italiano che vediamo anche nel calcio, ma non risolve“.
Nel calcio spesso paga l’allenatore, in F1 può essere il team principal quello che viene licenziato quando le cose non vanno. Ma bisogna andare più a fondo per capire cosa non funzioni in una scuderia, cosa impedisca di costruire una macchina vincente.