MILAN-FIORENTINA 1-2, COLPA LORO – L’obbligo, per affrontare questa sfida di campionato, era quello di dimenticare l’eliminazione dalla Champions League subita contro un Barcellona superiore in campo e aiutato dall’arbitraggio, l’obbligo era quello di scendere in campo con forza e determinazione ma sapendo mantenere la calma e, in questo, i ragazzi di Allegri hanno un po’ peccato. La Fiorentina, dal canto suo, aveva bisogno di una vittoria per trovare un po’ di sospiro, quell’alito di fiato utile a recuperare un po’ di speranza nella salvezza. Lottare contro la retrocessione e per vincere lo scudetto non è molto diverso a livello di spinta emotiva ma la cattiveria messa in campo dai viola determina scompensi e destabilizza il fair play, gli animi si surriscaldano e il Milan concede qualche possibilità di troppo alla squadra di Delio Rossi che, con un pressing alto, prova a mettere in difficoltà i rossoneri. La scelta in attacco, sebbene l’avessi preannunciata, non mi convince fino in fondo, contro i viola sarebbe stato importante avere dal primo minuto un attaccante veloce e determinato, utile anche in fase difensiva: parlo del solito El Shaarawy in cui, personalmente, credo moltissimo. Paura, brividi, sconcerto, di fronte all’aggressività di questa Fiorentina e, nonostante questo, arriva un giallo ad Ambrosini per reazione e uno a Bonera già nei primi10 minuti di gioco e, certamente, non è una condizione rassicurante e rilassante per i ragazzi e per il Mister. In una partita del genere, con tutte queste sensazioni e qualcosa di davvero importante in palio, bisognerebbe saper mantenere la calma, invece, nostro malgrado, i ragazzi sono stati troppo irruenti fin dall’inizio e l’irruenza determina errori, sviste e insicurezze. Può essere normale ci sia un po’ di tensione all’interno della squadra, le tante assenze non aiutano a vivere con leggerezza la stagione, l’obbligo di vincere per mettere pressione alla Juventus e per ricominciare a credere in sé stessi non aiuta a sollevare la mente ma è proprio in queste occasioni che si vedono le grandi squadre. La scelta di schierare Zambrotta non è stata delle migliori, sembra avere le gambe un po’ molli, i cross sono deboli e quindi facili da recuperare, in compenso Emanuelson e Ibrahimovic stanno facendo un grande lavoro in attacco mentre Maxi Lopez appare inconsistente, si redime in alcune occasioni ma non piace fino in fondo; Muntari, sempre per parlare di irruenza, pensa poco o forse troppo velocemente senza ponderare, la sua visione del gioco non è ancora perfetta, lo stesso vale per Ambrosini mentre Nocerino, probabilmente stanco, ha meno brio intuitivo rispetto al solito e la Fiorentina spesso recupera palloni con estrema facilità trovando servite occasioni da gol che se avesse avuto il Milan avremmo chiuso il primo tempo 7-0. Un fallo di Nastasic arriva provvidenziale sul cross di Ibrahimovic per Maxi Lopez, messo giù in area, Celi fischia il rigore e lo svedese illumina San Siro con il gol che sblocca la partita: 1-0 ma non è finita, una punizione dal limite a favore dei viola gli dà l’opportunità di segnare il pareggio, Abbiati non delude e si ricomincia. Finalmente Maxi Lopez pare essersi risvegliato dal torpore, più che altro grazie al passaggio perfetto del solito Ibrahimovic e l’ex Catania impatta ma il tiro è troppo angolato: palo interno, solita beffa, certi errori non andrebbero fatti soprattutto in questo momento e contro una squadra con elevatissime motivazioni come la Fiorentina. Infatti non è passato nemmeno un giro d’orologio prima che trovassero il pareggio con il gol di Jovetic in netto fuorigioco, niente da fare, non bisogna addormentarsi perché nemmeno i viola aspettano e non ci stanno a subire una nuova sconfitta, sono aggressivi e non mollano; bisognerebbe dimostrare sul campo che il desiderio di vincere il secondo scudetto consecutivo è più forte di qualsiasi altra cosa al mondo, più forte degli infortuni, più forte delle polemiche e dei dossier e, invece, il Milan arriva a rincorrere anche contro la Fiorentina. Non è questo ciò che vorremmo vedere. All’8′ esce Ambrosini per lasciare il posto ad Aquilani, pare subito entrato in partita, forse non questa, i traversoni andrebbero evitati e i piatti interni anche perché la porta è in basso, non nel secondo anello. Massimiliano Allegri lascia trasparire l’angoscia che inizia a perseguitarlo con il cambio tattico Robinho per Emanuelson e, si sa, il Milan con tre punte non ha mai fatto grandi prestazioni, soprattutto scegliendo Robinho come terza punta quando in panchina c’è pronto e scattante El Shaarawy ma il Mister ha le sue idee e su queste non si discute: si accetta. Oltretutto il raddoppio di Maxi Lopez viene annullato per presunto fuorigioco che, personalmente, non ho colto. In compenso a darci una mano in fase difensiva abbiamo anche un Mexes completamente fuori fase, un altro disastro che spaventa più che rassicurare. Serpeggia malumore e se all’inizio il gioco era “irruento”, nel secondo tempo non ha ne capo ne coda. Robinho non è più in forma ed è incomprensibile la scelta di Allegri; nel secondo tempo Ibrahimovic, con foga e nervosismo, sbaglia i controlli e gli stop non trovando la giocata magica, non salta l’uomo e la Fiorentina ha sempre l’opportunità di ripartire. Non sono riusciti a rimanere sufficientemente aperti per coprire tutte le zone del campo facilitando il movimento dei viola. Mister Allegri si gioca l’ultima carta a effetto sorpresa togliendo Zambrotta e inserendo Antonio Cassano: torna a San Siro, finalmente, e con tanto desiderio prova da subito a rendersi utile ai compagni che, vista la situazione, dovrebbero fidarsi un po’ di più del suo estro. Ormai i ragionamenti servono a poco e tutto San Siro si lamenta, gli spalti si svuotano, i tifosi abbandonano gli spalti, abbandonano i ragazzi che, al 44′ del secondo tempo subiscono un altro gol dalla Fiorentina con la rete di Amanuri. I 5 minuti di recuperano sembrano un regalo di Celi a una squadra che soffre visibilmente. Morale a terra e anche lo scudetto si allontana.
Risvegliarsi dopo la sconfitta con il Barcellona non era facile ma perdere contro la Fiorentina è stata solo ed esclusivamente colpa del Milan, colpa della formazione, colpa di una mentalità mancata fin dall’inizio, colpa della troppa sicurezza, colpa dei sogni visualizzati ma non realizzati, colpa di aver creduto troppo nella Coppa Italia prima, nella Champions dopo e nello scudetto. Bisogna cambiare qualcosa perché il Campionato non è ancora finito ma perderlo sarebbe davvero solo colpa loro.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it