Calciomercato Milan, Ibrahimovic o Thiago Silva: come reinvestire i milioni dalle cessioni

 

CALCIOMERCATO MILAN IBRAHIMOVIC THIAGO SILVA DZEKO GANSO / In fondo lo sapevamo già, perché erano settimane che Adriano Galliani, con gli slalom verbali del caso, preparava il terreno. Prima di acquistare ciò che gli manca, il Milan deve vendere un gioiello della corona, e siccome rispetto ai bei tempi non è che questa corona sia così tempestata di pietre preziose, la merce nascosta in vetrina (esposta sarebbe troppo, visti i continui «non se ne va al 99.9 per cento» di rito) si riduce a due prodotti: Ibra o Thiago, Thiago o Ibra. È probabile che l’uscita di Zlatan sul club che non avrebbe i soldi per comprare i giocatori che servono — da ragazzo lo svedese al gioco della verità vinceva sempre — abbia aiutato Berlusconi a scegliere di chi privarsi: di certo i termini dell’offerta del Psg, se venissero confermati, renderebbero impervio un rifiuto anche in caso di situazione economica floridissima. Perché con una quarantina di milioni in cassa (e un monte ingaggi abbattuto) si possono fare molte cose. Intendiamoci: la cessione di una punta da 30 e più gol stagionali non può mai essere una buona notizia. Ma se nell’anno dell’addio di Nesta l’alternativa è privarsi anche di Thiago Silva, il rischio di vedere afflosciarsi il castello dalle fondamenta è enorme. Inoltre l’acclarata incompatibilità fra Ibra e Pato implicherebbe la dismissione dell’altro brasiliano; il quale, prima di trasformarsi in un lungodegente del quale almeno in campo si sono perse le tracce, era considerato una stella di prima grandezza (e prospettiva). Se Pato fosse guarito — e questa è una storia che il Milan deve chiarirsi al più presto — con quei 40 milioni gli si potrebbero affiancare un vecchio amore rossonero come Dzeko (tatticamente più adatto rispetto a Tevez) e, cercando la qualità a centrocampo della quale Allegri ha bisogno, un altro antico pupillo come Ganso, che è assai più bravo di quanto sia sembrato un anno fa in Coppa America. Da ogni male nasce un bene.

Fabio Alberti – www.milanlive.it

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