Milan, il parere di Polverosi: Squadra senza identità, ruoli dei giocatori confusi, ma non spariamo su Allegri…

MILAN – La nota firma del Corriere dello Sport, Alberto Polverosi, ha analizzato le prime uscite stagionali del Milan: “Non è il caso, almeno per ora, di infierire su Allegri. Allena i giocatori che gli hanno messo a disposizione. E’ vero che fino a oggi non li ha allenati bene, nel senso che non ha costruito una squadra e non le ha dato un’identità di gioco, ma sul mercato scombinato della società il tecnico c’entra fino a un certo punto, a meno che non si voglia accusarlo di aver accettato tutte – escluso Zè Eduardo…- le scelte di chi, fino al giorno prima, gli aveva messo a disposizione Ibrahimovic e Thiago Silva. Se nel giro di 10-15 giorni Allegri non avrà dato niente al Milan, allora sarà il momento di criticarlo. Ora si può dire soltanto che deve fare in fretta a inquadrare la squadra. E prima della squadra, i giocatori. Nel Milan ne giocano molti privi di un’identità precisa e di un ruolo preciso. Su molti suoi interpreti vi sono ancora dubbi sulle caratteristiche tattiche e sulla loro ideale collocazione”. Quindi passa ad analizzare singolarmente i vari giocatori: “Prendiamo Emanuelson: è un terzino sinistro, un esterno di centrocampo, un interno, un trequartista o addirittura un’ala? Non lo sappiamo, ma non lo sa nemmeno Allegri che lo ha fatto girare come una trottola per tutto il campo. E Constant? Altro mistero: nel Genoa non sapevano dove metterlo, anche per lui si passava dal ruolo di terzino sinistro a quello di rifinitore dietro alle punte. Poi Montolivo: non è un regista, non è quel giocatore di cui il Milan ha un gran bisogno, però è lì che Allegri vorrebbe farlo giocare perché Ambrosini ormai ha un’età. Poi c’è l’equivoco di De Jong: picchia (in senso buono), corre, copre, ma non ha mai occupato ruoli di responsabilità assoluta sul piano tattico, non è uno che guida perché va guidato. Passiamo all’attacco: El Shaarawy dove deve giocare? In area o fuori? In mezzo o partendo dall’esterno? E’ giovane, nel suo caso scopriremo il ruolo ideale con la maturazione, ma intanto non si sa come sfruttarne l’entusiasmo, la corsa, il tiro. Poi Bojan: ha sempre detto di preferire la posizione dell’attaccante centrale, ma siamo sicuri che sia un centravanti o può dare di più come punta esterna e soprattutto deve stare in area o arrivarci da fuori?”. Poi Polverosi conclude: “Quando una squadra è solida, con un’organizzazione, un gioco, una linea di movimento, il fatto di non avere specialisti di ruolo può diventare un vantaggio, si crea, tanto per fare un esempio, quel centrocampo “ruotante” che ha entusiasmato la Nazionale di Prandelli negli ultimi due anni. Con una squadra che invece non è ancora tale, non poter contare su punti di riferimento precisi diventa un problema”.

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