Editoriale: caro Pato, potevi essere il nostro Messi…



EDITORIALE MILAN PATO MESSI – Tredici gennaio duemilaotto, stadio Giuseppe Meazza di Milano, si gioca Milan-Napoli, gara di cartello di Serie A. Tra le fila rossonere un diciottenne brasiliano, alla prima da titolare nel calcio europeo. L’esordio di Alexandre Rodrigues da Silva, meglio noto come Alexandre Pato, ha qualcosa di magico, di premonitore. Il ragazzino incanta, non ci si crede: che sfrontatezza, che qualità; nonostante mesi di stop per questioni burocratiche la condizione atletica sembra essere al top. Adattamento al calcio italiano? Discorsi buoni per i calciatori normali, lui è un fenomeno. Tante giocate di altissimo livello, una prestazione da incorniciare e al minuto 77 l’assolo: lancio da metà campo, il ‘Papero’ scatta in profondità, stoppando una palla difficile da addomesticare manda fuori tempo Domizzi e insacca di piatto destro. I 70.000 presenti lo sanno, è innegabile, è nato un nuovo astro del calcio mondiale.

Dicembre 2012, un ventitreenne ex idolo delle folle, reduce da una stagione e mezza condita dalla miseria di venticinque presenze e sei reti ufficiali, si appresta a lasciare definitivamente la maglia rossonera. Lasciare, nemmeno salutare, perché Pato è in Brasile per le vacanze natalizie e non si riaggregherà alla squadra, nessun saluto. Resterà in patria, verrà ceduto e proverà a ritrovare se stesso e a conquistarsi un posto per il mondiali del 2014.

Gennaio 2008 – Dicembre 2012. Nel mezzo cinque anni di alti e bassi. Sessantatre esultanze in rossonero e tanti, troppo infortuni. Un campione di livello assoluto che si è espresso solo a tratti, bloccato da una muscolatura di cristallo e forse da una personalità che non è ancora quella del fuoriclasse. Che spreco. Apprestiamoci a salutare Pato, che poteva essere il nostro Messi, ma non lo è stato.

Mirko Correggioli Twitter: Kikko_Corre

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