Balotelli sbotta: Spero che Pia sia mia figlia e vorrei conoscerla, di Raffaela non mi interessa nulla, questo non è un reality! Parole d’amore per Fanny…

BALOTELLI – Intervistato da Vanity Fair Mario Balotelli ha parlato del suo rapporto con Raffaella Fico e della figlia Pia: «Non parlo di una persona che non mi interessa più. Non faccio parte del suo mondo, il mondo dello spettacolo. La bambina? Certo che ci penso. Con la storia personale che ho avuto io crede che la lascerei mai senza un padre? Se fino a oggi è accaduto, non è per colpa mia. Non sono una cattiva persona. Semmai, a volte, sono stato scioccamente troppo buono. Vorrei conoscerla, e spero tanto che sia mia figlia. Non ho nessuna intenzione di scappare, anzi sarei davvero felice se fosse sangue del mio sangue. Però chiedo rispetto per una storia che non è facile come può sembrare: ci sono questioni legali delicate che vanno affrontate con serietà, per il bene di tutti, e non nelle interviste. Io padre? L’idea non mi spaventa, anche se sicuramente commetterei errori. Sarei permissivo, e possessivo. Tanti mi giudicano male, ma sono le stesse persone che non ci trovano nulla di sbagliato nella spettacolarizzazione di questa storia: la sfilata con il pancione, i fotografi in sala parto e tutto il resto. Non è mica un reality. Ma basta: è meglio se sto zitto. Fanny? Sì, sono innamorato, ma non sono bravo a raccontarlo. Mi frega la timidezza. È una ragazza decisa, sicura, generosa. In poco tempo, ha trovato una sintonia con me. Potrei passare anche tutta la vita con una così. Grazie a Fanny ho ritrovato l’equilibrio che serve al mio lavoro. Lei mette al primo posto il nostro rapporto, non ci sono nervosismi e distrazioni prima delle partite. Non è facile stare con me. Devi quasi rinunciare a una vita privata, sei costantemente esposto al pubblico. Zero Facebook, zero Twitter: qualunque cosa dici, rischia di ripercuotersi negativamente. A Bruxelles. Un amico mi aveva detto: è la ragazza giusta per te. Ma viveva a Bruxelles, appunto. Ho provato un approccio a distanza da Manchester: telefonate, messaggi. Non funzionava. Ho preso un jet privato e sono andato a trovarla. Il primo appuntamento? Siamo andati a fumare il narghilé e abbiamo terminato la giornata nella hall del mio albergo, a chiacchierare. Lei si è presentata con un’amica, e anch’io sono arrivato accompagnato. In quattro è stato più facile rompere il ghiaccio».

La redazione di Milanlive.it

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