Pazzini: Non son incompatibile con Balo, Mario picchiato dall’inizio alla fine al Franchi, rifarei 100 volte la scelta di venire al Milan



PAZZINI MILAN – Di seguito l’intervista rilasciata dall’attaccante del Milan, Giampaolo Pazzini, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

Pazzini, come procede la missione Champions?
«La premessa è che una squadra come il Milan in Champions ci deve essere. Sempre. Detto questo, se perdiamo col Napoli il secondo posto diventa quasi impossibile. Semplicemente, dobbiamo vincere. Ci
faremo trovare pronti».


Basta non ripartire dal secondo tempo di Firenze…
«Purtroppo qualche strascico quella partita ce l’ha lasciato. Bisognava portarla a casa, per noi è stata una lezione. Una squadra più matura, in grado di capire bene quel frangente, ce l’avrebbe fatta. Comunque non credo si tratti di stanchezza fisica, ma di approccio mentale: sul due a zero abbiamo pensato che fosse finita».

Lei a Firenze ci ha giocato quattro anni: come si spiega tutta quella tensione, in campo e in tribuna?
«Quando si esaspera troppo una partita nei giorni prece- denti, poi succedono queste cose. E ha influito molto anche la situazione particolare di Montolivo. Lui però è stato bravissimo: ha sofferto tutta la settimanama è stato ripagato. Bravissimo».

Lei ha sentito i cori razzisti contro Balotelli?
«E’ arrivata una multa del giudice sportivo. Non serve aggiungere altro».

Mario può essere stato innervosito anche dai ripetuti falli. Il trattamento è sempre lo stesso.
«Tempo fa abbiamo sottolineato il problema sia lui che io, ma non è cambiato nulla. Ai difensori si continua a concedere troppo, mentre bisognerebbe ammonire subito, al primo intervento duro. Non al quarto. Invece è stato ammonito lui per una leggerezza, nonostante abbia preso botte dall’inizio alla fine».

Che effetto le ha fatto giocare quei dieci minuti assieme a lui? Può essere un progetto fattibile?
«Direi proprio di sì. E’ un peccato che fino ad ora ci siamo incrociati pochissimo. Mi piacerebb provare, sono curioso di capire cosa riusciremmo a combinare insieme. Non ci può essere incompatibilità perché lui è un attaccante moderno, che si muove, svaria e apre le difese. Lavora anche per gli altri. Il suo più grande pregio sul campo è l’incredibile strapotere fisico, mentre umanamente è molto tranquillo, un giocherellone. A volte persino ingenuo».

Insomma, uno non esclude l’altro. Anche in prospettiva.
«E’ stato detto che, con il suo arrivo, io volessi e dovessi andar via. Falso. Una grande squadra ha bisogno di tanti grandi giocatori, e il mio miglior pregio è non essere invidioso. Sono sereno e felice al Milan, ho sempre sentito molta fiducia. Rifarei cento volte la scelta di venire qui».

E’ il motivo per cui attualmente ha la miglior media gol della carriera (uno ogni 100 minuti)? Non male in vista del Mondiale…
«Se la prossima stagione riuscirò a far bene come in questa, il Mondiale arriverà. Il rammarico è per la zona d’ombra delle prime otto partite».

E’ vero che nei mesi estivi è stato vicino al Napoli?
«C’è stato qualcosa, sì, ma le strade non si sono poi trovate. Con Mazzarri comunque ho sempre avuto un bel rapporto. Mi piaceva come faceva giocare quella Samp(gennaio-maggio 2009, ndr)».

Crede che l’Inter la stia rimpiangendo?
«Se si riferisce agli infortuni in attacco, sono cose che non fanno piacere. Ma non è più un problema mio».
Bonolis ha tirato in mezzo il Milan…

«Da un personaggio come lui non me lo aspettavo. Ma fa parte del calcio anche questo».

Che cosa consiglia a El Shaarawy per far sì che il gol non diventi un’ossessione?
«Deve semplicemente crescere. A 20 anni, quando inizi a segnare e scopri quanto è bello, diventa una malattia, una droga. Ne hai bisogno sempre. Crescendo impari a gestire queste situazioni».

Lei e Stephan siete la seconda coppia-gol del campionato proprio dietro a Cavani e Hamsik: come finirà?
«Per me può segnare chiunque, ma sarebbe bello tornare davanti…».

La redazione di Milanlive.it

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