Milan, Gandini racconta i rossoneri: la nuova sede, San Siro e…

Milan News- Intervistato da Milan Channel, il direttore organizzativo del Milan, Umberto Gandini, ha parlato dei rossoneri a 360°: “Sono tifoso rossonero e appassionato di questo lavoro, di questa società che è una famiglia. Arrivai al Milan nel ’93 dopo un’esperienza nelle televisioni dove avevo conosciuto Galliani che poi mi ha voluto con lui in rossonero. Io vicepresidente dell’Eca? E’ la possibilità di avere un’influenza. E’ una cosa che mi stimola, ovvero la possibilità di portare un contributo per lavorare insieme agli altri top club europei per il futuro del calcio del continente. Trattiamo molti argomenti e possiamo portare le esperienze vissute nel calcio, e noi del Milan possiamo avere un bagaglio di conoscenze relative a questi ultimi 20 anni di indubbio valore e di utilità. A livello europeo gli anni col 3 sono particolari. Nel 1963 con la prima Coppa Campioni, la finale del 1993, oltre allo scudetto dello stesso anno e poi la vittoria di Manchester del 2003. Col Marsiglia fu una finale particolare, arrivammo all’atto conclusivo con una squadra straordinaria. Perdemmo per un gol su calcio d’angolo anche se poi sappiamo come è andata a finire con la squalifica dei francesi. Stiamo comunque ragionando per organizzare qualcosa e celebrare questi anniversari, non passeranno sotto silenzio. Noi, adesso, a livello Uefa e con i club stiamo discutendo del triennio 2015-2018 relativamente alle coppe europee. La Champions è straordinaria anche se può avere delle piccole pecche, relative alle varie tipologie di qualificazione della riforma del 2012 con l’arrivo di alcune squadre probabilmente non altezza per livello tecnico e il rischio di qualche squilibrio nella definizione dei gironi. Di arrivare a 64 squadre se ne è parlato, ma una sola competizione non è la strada che si vuole seguire. La Champions va bene così com’è, può essere ritoccata ma è già una competizione di grandissimo appeal. L’Europa League, invece, è nata da due anni, soffre un po’ il grandissimo successo della Champions League. Può beneficiare di un numero maggiore di squadre anche dai grandi Paesi ed è nata per far crescere a livello europeo anche le squadre di medio livello. Si parla di poter dare come premio alla vincente dell’Europa League, l’accesso alla CL dell’anno successivo. Non so se al play-off o direttamente ai gironi, stiamo studiando la formula con l’Uefa e l’Eca. Ma il problema più grande è come venderla meglio questa competizione. Ci sono delle ipotesi legate al marketing e alla gestione dei diritti televisivi, nell’ottica di un travaso di risorse dalla Champions verso l’Europa League che possa renderla più appetibile per le squadre e per il pubblico. Il Milan ora ha nuovi obiettivi: L’abbassamento dell’età media,il pareggio di bilancio, l’equilibrio dei conti con le prestazioni sportive; sono sfide vinte ma continuative, nel senso che sono sempre ripresentabili e dovremo mantenere questi standard. La capacità di coniugare investimenti e risultati sportivi richiede risorse ma sempre grande attenzione e progettualità. L’obiettivo è quello di riuscire ad aumentare i ricavi per continuare ad essere competitivo in Italia, in Europa e nel Mondo. La nuova sede del Club? E’ un’opportunità. Potrebbe rappresentare il simbolo di un cambiamento da un mecenatismo straordinario ad una professionalizzazione della società, una società capace di camminare da sola e al passo coi tempi rispetto alla convergenza economica attuale. Anche lo stadio fa parte di questo tema così come le partnerships con i grandi marchi e lo sviluppo del brand Milan nei nuovi mercati. Ci auguriamo che la casa di San Siro un giorno possa essere solo la nostra casa, c’è l’obiettivo di farlo crescere e di far tornare la gente allo stadio. Il calcio deve tornare ad essere uno spettacolo apprezzato dal vivo e non in tv. Sheva presente a San Siro contro il Napoli? Sheva è milanista, è un tifoso, fa parte della famiglia ed è molto vicino alla Società. E’ partecipe di quello che vive il Milan e quello che viviamo noi. Attualmente è incuriosito dalla nuova squadra, dai nuovi talenti che abbiamo ma anche lui sa che è un percorso che abbiamo appena iniziato e che avrà bisogno di crescere. Lui è un’icona, il capocannoniere storico, solo dietro a Nordhal, e rimarrà sempre vicino ai colori rossoneri. Boateng? Le linee guida antirazzismo presenti sul sito ufficiale rossonero? Il calcio fa parte della società e un club sportivo ha delle responsabilità relativamente alla convivenza sociale, a livello globale. Tutte le realtà del calcio sono unite per lanciare un messaggio forte finalizzato ad educare i tifosi e le nuove generazioni. Mi è piaciuto ciò che ha detto Seedorf, che bisogna educare i bambini a questi temi. A livello di Uefa siamo orientati alla chiusura di settori degli stadi o in casi più gravi di tutto lo stadio per episodi di razzismo. Sono misure forti ma devono essere prese, e Boateng a Ginevra ha dato una forte scossa in questo senso. L’ipotesi di un Campionato riserve? Non lo chiamerei proprio così. Attualmente c’è un grosso salto tra la Primavera e il calcio professionistico. Vorremmo creare un campionato che completi la formazione giovanile: un’under 21 o under 23. Vorremmo che i giovani potessero crescere tenendoli in casa. Negli altri Paesi ci sono vari sistemi e li stiamo considerando. Probabilmente si potrà arrivare ad una scelta interna alla Lega di serie A con la conformazione di un nuovo campionato. Vedremo quante società aderiranno e se si potrà dare vita ad un progetto pilota. Ranking europeo e in Champions? Sono temi che da sempre sono discussi a livello europeo relativamente alla formulazione e alla definizione dei ranking. Ci sono anche qui idee come la definizione di un ranking nei sorteggio anche per gli ottavi di CL, ma vi sono comunque, attualmente, norme vincolanti che non permetterebbero un’applicazione immediata di questa ipotesi. Il Milan ha oltre un milione di followers su Twitter? El Shaarawy è uno tra i più seguiti? Sì è vero, e anch’io sono su Twitter. Lo trovo interessante, ho cominciato tardi non conoscendo molto bene questo social media, ma come rappresentante del Milan e dell’Eca twitto in due lingue – inglese e italiano – e ho avvicinato così tanti followers internazionali. Non è un profilo aziendale, quindi non mi sono mai permesso di dare comunicazioni ufficiali dell’Ac Milan, ma mi aiuta nel mio lavoro, ad ampliare le relazioni, oltre a veicolare l’immagine del Milan. E’ importante trovare la chiave per trasformare questi followers o likes in numeri o persone che possano rientrare in un bilancio di una società. I social media possono renderti più appetibile per gli sponsor e ti permettono di avere un contatto più diretto e continuativo con i tifosi. Per questo il Milan punta molto su questo settore della Comunicazione”.

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