Pazzini: “Benedetto lo scambio con Cassano, rimango qui anche in panca, spero che Allegri resti, Ogbonna è da big!”



MILAN PAZZINI – Di seguito la bella intervista integrale rilasciata dall’attaccante del Milan, Pazzini, a Tuttosport: buona lettura!

Ma con quei matti dei suoi compagni di reparto come si trova?
«Benissimo. Con Balotelli siamo due prime punte, però con caratteristiche diverse. A Mario piace svariare: attira l’attenzione dei difensori e in questo modo lascia spazio agli altri attaccanti».

Allegri sta studiando il modo per farvi giocare assieme?
«E’ logico che l’allenatore cerchi sempre soluzioni nuove. Io credo che si possa convivere, anche se forse adesso manca poco alla fine della stagione e non c’è tempo per gli esperimenti».

El Shaarawy, invece, come vive il suo momento di difficoltà?
«E’ giovane, ha scoperto quant’è bello far gol. Segnare, alla sua età, è una specie di droga: non puoi farne a meno. Poi maturi e capisci che è importante anche giocare bene, essere utile per la squadra, vincere qualche titolo. Io ero come lui, poi sono cambiato. Certo, non poteva continuare a fare gol come nella prima parte del campionato, avrebbe vinto la Scarpa d’Oro. E questo succede una volta ogni tanto, tranne che a Messi e Cristiano Ronaldo».

E’ la stagione migliore della sua carriera?
«I numeri sono oggettivi. Però i paragoni sono difficili. Ai 19 gol realizzati con la Sampdoria nell’anno in cui arrivammo in Champions sono legatissimo. Però devo ammettere che al Milan sto andando molto bene. E mi trovo come non mai».

Addirittura…
«Sì. Uno lo sentiva raccontare che al Milan si sta bene, che è diverso da tutti, che è un ambiente unico. Ma finché non lo vivi, non lo puoi capire fino in fondo. C’è un’organizzazione impeccabile, il calciatore è messo nelle condizioni migliori per rendere al massimo».

Quindi, benedetto il giorno dello scambio con Cassano…
«Rifarei cento volte quella scelta, certo. Però è un po’ stucchevole parlare ancora di chi ci abbia guadagnato. Non è una questione che mi interessa».

Si può dire che essere rimasto fuori al Camp Nou sia l’unico rammarico di questa stagione?
«Ci sono rimasto male: in quello stadio non avevo mai giocato e non so se in carriera possa capitare ancora. Non penso che sarebbe cambiato il destino del Milan. Ma l’esperienza l’avrei vissuta volentieri. Ho anche un altro rammarico: le prime dieci partite, anche da un punto di vista personale, sono state molto negative. Non ero pronto, a parte la tripletta di Bologna non ho nulla da salvare».

E’ vero che le voci su Allegri disturbano la corsa verso la Champions?
«No, io non lo penso. Quando ti alleni, quando scendi in campo, non pensi a nulla se non a far bene e a cercare di vincere. Io non mi faccio condizionare».

Ma quale sarà il futuro di Allegri?
«Io spero che rimanga. Quando sono arrivato, l’ambiente era depresso. Logicamente depresso. Tanti campioni avevano smesso, altri erano stati ceduti. C’erano molta delusione e incertezza. Lui ha sempre tenuto il gruppo unito, con calma e con fermezza. Se ci fosse stato un altro allenatore, saremmo ancora in fondo alla classifica».

E il futuro di Pazzini?
«Toglietemi pure dal mercato. Sto qui».

Ma non è un po’ riduttivo, per i suoi numeri, trovarsi spesso in panchina?
«Sono una persona positiva. Guardo sempre l’aspetto positivo: al Milan, come detto, sto benissimo. Mi basta entrare e riuscire ad aiutare la squadra. Senza dimenticare che è meglio giocare meno nel Milan che di più in altre squadre».

Quello che sta facendo basterà per andare ai Mondiali?
«E’ un obiettivo. Conosco Prandelli molto bene, so quello che pensa di me e so che se continuo in questo modo, mi terrà in considerazione. Per la Confederations, quest’anno. E per il Mondiale del 2014».

Domenica arriva il Toro: che partita sarà?
«Ventura fa sempre giocare bene le sue squadre. E con quel modulo, non è mai facile affrontarle. Occhio agli esterni, innanzitutto: Cerci è sulla bocca di tutti, per la stagione che sta facendo, ma io conosco bene Santana, ci ho giocato assieme a Firenze e so che pure lui è un pericolo costante».

Ogbonna è pronto per una grande squadra?
«Mi sono allenato con lui in Nazionale. E’ il prototipo del difensore moderno: grande fisico, ma anche buona tecnica. Gli piace uscire palla al piede e testa alta. Ed è pure giovane. Sì, credo che possa giocare in qualsiasi club».

Tre motivi per cui il Milan deve arrivare in Champions League?
«Intanto per il blasone, poi perché il vero campionato del Milan è la Champions. E infine perché la voglio giocare ancora pure io…».

Torniamo a Balotelli: si lamenta perché lo picchiano troppo. Ha ragione?
«No, si lamenta perché gli arbitri trattano attaccanti e difensori in maniera diversa. Loro possono fare 4 o 5 falli, prima di essere ammoniti. Noi, al primo intervento, ecco subito il giallo. Questo dice Mario e ha ragione. Poi le botte, in campo, si danno e si prendono. Con Samuel, con Materazzi ho avuto scontri duri. Ma corretti».

Cosa manca al Milan per competere con la Juventus?
«Negli ultimi 4-5 mesi abbiamo fatto gli stessi punti, ma non dobbiamo pensare che il gap sia azzerato. Dobbiamo essere più costanti, innanzitutto. Ma avremo un bonus importante: partiremo con entusiasmo e non depressi come la scorsa estate».

La redazione di Milanlive.it

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