Cerruti è durissimo: “Ripetere il terzo posto solo con Poli? Quanta superficialità! Dov’è l’erede di Thiago? Serve un grande allenatore…”

MILAN CERRUTI – Durissimo il pensiero di Alberto Cerruti, nota firma de La Gazzetta dello Sport, su questo primo Milan stagionale: “Premesso che siamo ancora in agosto ed è troppo presto per emettere giudizi definitivi, è giusto cercare di interpretare i primi segnali. Uno degli errori più frequenti nel calcio italiano, soprattutto quando si ottengono buoni risultati, è quello di continuare a considerarsi come minimo allo stesso livello senza analizzare, a mente fredda, come si è arrivati a quei risultati. Il terzo posto ottenuto dal Milan in maggio è stato il frutto di una rimonta difficilmente ripetibile, sempre con il vento a favore e con l’indispensabile aiuto delle concorrenti progressivamente crollate. Pensare che per ripetere, o addirittura migliorare, quel terzo posto, sia sufficiente la stessa squadra, con Poli in più, cullandosi sul fatto che nel girone di ritorno il Milan ha tenuto lo stesso ritmo della Juventus, è un peccato di superficialità, ancora più grave nella stagione in cui tutti, chi più chi meno, hanno cercato di rinforzarsi. Come sempre, quindi, le responsabilità nascono dal vertice, perché l’imperdonabile cessione di Thiago Silva non è mai stata mitigata dall’acquisto di un suo giovane erede. Le grandi squadre hanno grandi difese e infatti il primo Milan di Berlusconi non vinceva soltanto con Gullit e Van Basten, ma anche con Baresi e Maldini. Come se non bastassero gli evidenti limiti difensivi, tornati a galla a Verona, è mancata l’iniezione di qualità davanti, perché Ljajic e Honda non si sono ancora visti a Milanello, mentre Robinho e Boateng, che dovevano partire, sono ancora lì. E siccome Montolivo è un buon giocatore ma non un campione in grado di fare il leader, come si è visto al mondiale sudafricano in cui giocò al posto dell’infortunato Pirlo, facendolo abbondantemente rimpiangere, se non spuntano quasi dal nulla i gol di El Shaarawy e Balotelli sono dolori. Con un organico del genere, ci vorrebbe un grande allenatore per dare un gioco alla squadra, senza affidarsi ai singoli, e soprattutto la sappia motivare fin dall’inizio, perché i punti persi adesso poi si pagano alla fine. Se il Milan alla prima giornata di un anno fa ha perso contro la Sampdoria prendendo un gol su calcio d’angolo e stavolta, con altri interpreti, ha subito concesso il bis a Verona facendosi raggiungere sull’11, ma soprattutto se non ha la grinta e la concentrazione per difendere il vantaggio acquisito, la colpa non può essere soltanto dei “ragazzotti” in campo. E’ vero che il Milan un anno fa è arrivato terzo incassando 14 gol su 39 da palla inattiva, ma non è il caso di giocare ancora d’azzardo. Sbagliare è umano e ripetersi è diabolico, anche per chi ha il Diavolo come simbolo”.

La redazione di Milanlive.it

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