Milan, Bianchessi spiega la politica rossonera: investimenti nell’attività di base, non su altre categorie

CALCIOMERCATO MILAN – Mauro Bianchessi, responsabile dell’attività di base del Milan, intervistato da MilaNews, ha parlato della nuova stagione del Milan nell’area da lui gestita.

Partiamo da questa estate, con i ’98 che prima sfiorano lo scudetto e poi il titolo Mondiale a Manchester nella MUPC. Una grande soddisfazione per voi no?
“Il lavoro dei ’98 è iniziato tanti anni fa e abbiamo sfiorato il titolo italiano e quello Mondiale. Abbiamo avuto 10 giocatori convocati nelle rispettive nazionali, una cosa mai successa in Europa. Quest’anno abbiamo dato un’impostazione strategica diversa al lavoro facendo rose ampie delle squadre più piccole e giocando come se ci fossero due squadre per categoria. Questo perché il nostro obiettivo è fare giocare tutti per poterli migliorare. Da questa situazione sono arrivati risultati importanti come le vittorie in tornei nazionali e internazionali e siamo ancora imbattuti nei derby di inizio stagione. Martedi sera, in casa del Presidente Maroni, abbiamo vinto l’ultimo derby per 2-0 nel torneo organizzato dalla Regione Lombardia”.

Quali sono i requisiti che ricercate in un ragazzo per poter dire che ha un profilo da Milan?
“Il profilo del nostro aspirante calciatore è raro, perché cerchiamo molte cose in lui. Le qualità principali sono quelle tecniche e deve essere di buona prospettiva dal punto di vista fisico. Non è importante il ruolo nel quale gioca perché nei primi due anni di Pulcini li facciamo ruotare per dargli un bagaglio d’esperienza importante fin da piccoli. Quest’estate abbiamo lavorato molto sui ’99, ovvero i Giovanissimi Nazionali. La squadra è stata rinnovata molto con giocatori di prospettiva. Avranno bisogno di tempo per crescere e amalgamarsi ma sono sicuro che ci daranno soddisfazioni importanti”.

Proprio la categoria Giovanissimi Nazionali dimostra di essere una delle più competitive del vivaio rossonero. Condivide?
“Per il secondo anno consecutivo abbiamo mantenuto un livello di competitività alto in un torneo importante come lo Scirea che abbiamo affrontato con l’obiettivo di iniziare a rodare la squadra. Non è obiettivo primario vincere i tornei e gli scudetti quello che conta è che in ogni squadra ci siano giocatori con profili importanti e futuribili per la prima squadra”.

Si può dire che questo sia il vostro lavoro principale?
“Il lavoro dell’attività di base è molto scrupoloso e ad oggi le strategie vincenti della società ci permettono di risparmiare nelle categorie superiori. In ogni squadra abbiamo profili importanti e a parte qualche prestito, gli investimenti per l’agonistica sono quasi pari a zero. Gli investimenti vengono fatti su profili futuribili per la prima squadra e non per il completamento delle squadre del settore giovanile”.

I risultati, sotto il punto di vista della formazione, sono evidenti. Basta vedere chi è arrivato in Serie A negli ultimi anni dal vivaio rossonero.
“Il lavoro dell’attività di base in questi anni ha portato al calcio professionistico gente come Kingsley Boateng, Cristante e Petagna. La nostra missione è quella di cercare, selezionare, crescere e portare almeno un giocatore all’anno in prima squadra o in Serie A”.

Se dovesse fare un nome di un ragazzo del Settore Giovanile che potrebbe seguire le orme dei tre che ha citato prima chi direbbe?

“Andrej Modic. Ha un talento importante anche se e’ ancora molto giovane. Lui è arrivato al Milan grazie alla segnalazione del signor Calloni, padre di un nostro calciatore che nel 2008, ci ha permesso di poterlo vedere, di conoscere la famiglia e, successivamente, tesserare sia lui che il fratello Mihael.”

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