Milan, Bellinazzo difende Galliani: “I conti gli danno ragione”

Juventus FC v AC Milan - Serie A
MILAN GALLIANI- Intervistato da MilanNews.it, Marco Bellinazzo, noto giornalista de Il Sole 24 Ore, ha analizzato l’operato di Adriano Galliani nelle ultime stagioni soffermandosi sul lato economico-gestionale.

Marco Bellinazzo, la tua analisi sui numeri del Milan è più che mai attuale, vista l’uscita di Barbara Berlusconi circa il restyling. Parlando di gestione del mercato, però, notiamo come nonostante il Milan abbia speso meno di Roma e Fiorentina negli ultimi anni abbia ottenuto risultati sportivi migliori, escludendo questo inizio di campionato

“Sul calciomercato è difficile essere precisi, io ho riportato i dati che si evidenziano nei bilanci in cui non sono specificati per esempio quelli relativi alle cessioni invernali dove il Milan ha dato il meglio di sé. Mi sono affidato anche ai dati di Transfermarkt, che è un sito specializzato ma va consultato con beneficio d’inventario. In ogni caso, anche incrociando i dati di bilancio con quelli di Transfermarkt si evidenzia come il Milan nelle ultime 4 sessioni di calciomercato, escludendo l’estate 2013, abbia ottenuto un surplus dalle operazioni in termini monetari e importanti plusvalenze. Quindi possiamo sinteticamente affermare che il Milan ha ottenuto un impatto positivo dalle operazioni di calciomercato. Ora, il Milan ha impiegato questo attivo di bilancio non tanto per comprare altri giocatori, ma per rimettere i conti a posto. I 40 milioni ottenuti dalle cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva sono serviti per ridurre l’indebitamento con le banche. Consideriamo che il milan ha pagato nel 2013 circa 13 milioni di interessi sui mutui e finanziamenti: quanto l’ingaggio lordo di un top player ed è chiaro che si doveva agire in questo modo. Stabilire poi se il club rossonero abbia speso di più o di meno di Roma e Fiorentina è difficile. Se guardiamo alla Roma, va ricordato che nelle ultime due stagioni ha speso tanto e in maniera infruttuosa”.

In sostanza l’operato di Galliani dal punto di vista squisitamente finanziario è da difendere

“Le cose vanno viste oggettivamente, specie in momenti di crisi: se vogliamo una visione aziendalistica dei club allora dico che in qualsiasi azienda i manager si giudicano in funzione del mandato, del budget e degli obiettivi da raggiungere. E i bilanci dicono che Galliani ha portato a termine il progetto di riportare i conti in ordine: dai -70 del 2011 siamo arrivati a -7 nel 2012. Inoltre, è riuscito a tenere la squadra in Champions per 5 anni consecutivi con 150 milioni di ricavi supplementari. In quest’ottica Galliani ha raggiunto pienamente gli obiettivi che la Fininvest ha prefissato, vale a dire rendere il club autonomo dal punto di vista finanziario. Unica pecca, la riduzione dei costi si vede solo a partire dal 2012 e la ritengo iniziata un po’ in ritardo. Nonostante la cessione di Kakà nel 2009 i costi generali erano comunque aumentati, c’erano tanti contratti che venivano dalla vecchia gestione è vero, ma quei contratti ricchi sono stati un errore, non si è prevista l’evoluzione della gestione della squadra. Mi risulta che le spese scenderanno sotto i 150 milioni nel 2013 e quindi questo processo di riallineamento si vedrà ancora di più. Insomma, se la guardiamo in quest’ottica la gestione Galliani non puo essere criticabile. Se scendiamo dal piano aziendale al piano tecnico e sportivo le contestazioni hanno più ragion d’essere: penso all’aver lasciato andar via Pirlo, ma qui c’erano motivazioni anche personali credo, o aver preso giocatori come Matri o fatto scelte non coerenti”.

L’esempio della Juventus con lo stadio può tracciare la via per ottenere nuovi ricavi?

“Con il nuovo stadio la Juventus ha visto quadruplicare i ricavi. Ma le condizioni per cui la Juve ha fatto quest’operazione sono state favorevoli. Il club è stato lungimirante. Queste condizioni però non sono preventivabili per altre squadre, almeno nel breve termine. Il governo Letta ai fini dell’approvazione della legge stadi si è impegnato, ma questa legge non prevede finanziamenti pubblici e non so se sarà quello il volano. Il Milan lavora bene sulla ristrutturazione di San Siro e secondo me l’idea migliore invece che un doppio stadio per Inter e Milan è quella di avere uno stadio unico ristrutturato sotto i migliori canoni con la zona del trotto da sfruttare per l’hospitality. Perché per fare uno stadio redditizio occorre un investimento di 300 milioni. E al momento non vedo chi posso finanziare un progetto del genere senza adeguare garanzie. Capisco il desiderio di Barbara Berlusconi di cambiare e migliorare il modello di business. E sono curioso di capire attraverso quali iniziative e su quali leve intenderà agire, al di là di quanto è trapelato finora”.

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