Milan, alla scoperta di Essien: il “Bisonte” che dorme 12 ore al giorno

Essien
Essien

Lo chiamano “Il Bisonte” e il suo hobby preferito è dormire. Porterà esperienza e avrà la motivazione di prepararsi per i Mondiali, anche se il dinamismo non è più quello dei tempi migliori. Scopriamo Michael Essien, nato nei sobborghi di Accra il 3 dicembre 1992, ultimo acquisto per il centrocampo del Milan.

PAPÁ JOSÉMourinho è stato il suo padre calcistico adottivo e lo ha voluto al Chelsea nel 2005 per 24,4 milioni di sterline, circa 38 milioni di euro al cambio dell’epoca, investimento più caro nella storia dei Blues fino all’acquisto di Shevchenko. Arrivava dal Lione, dove lo aveva portato il direttore sportivo Bernard Lacombe nel 2003 per quasi 8 milioni di euro, prelevandolo dal Bastia. Aveva rivisto in lui le doti di Jean Tigana, compagno di centrocampo di Platini in nazionale, anche se l’idolo di Michael è sempre stato Roy Keane. E a 17 anni fu a un passo dal diventarne compagno di squadra. Si allenò una settimana col Manchester United, che però poi decise di non puntare su di lui, anche per problemi legati al regolamento sui tesseramenti degli stranieri in Premier.

I TROFEI E GLI INFORTUNI – Dopo aver trascinato il Lione assieme a Juninho Pernambucano, Malouda e Govou, è stato protagonista al Chelsea, vincendo 2 Premier, 4 FA Cup e la Champions 2012, cui ha contribuito però solo nelle 2 gare contro il Napoli. La sua carriera è stata condizionata dagli infortuni (“sono stato operato 8-9 volte alle ginocchia“) e per ben 3 stagioni non ha superato le 15 presenze in Premier. Quest’anno ha giocato solo 2 partite da titolare in campionato, per scelta tecnica. Tornato in nazionale dopo 2 anni, è stato tra i migliori nel playoff mondiale contro l’Egitto, che ha permesso al Ghana di conquistare l’accesso al mondiale 2014: il terzo consecutivo per la sua nazionale, il secondo per lui dopo quello del 2006 e l’assenza per infortunio nel 2010.

GLI IDOLI E LE DORMITE Al mensile inglese FourFourTwo confessò di dormire fino a 12 ore al giorno, 9 di notte e 2-3 al pomeriggio. A Lione lo prendevano in giro dicendogli che qualcuno doveva sempre stare con lui, perché se fosse rimasto da solo per 5′ si sarebbe addormentato. É uno dei segreti della sua formidabile energia, sprigionata in campo in tanti ruoli: centrocampista centrale, difensore centrale, laterale destro e a volte anche sinistro. Roy Keane è stato il modello nel suo ruolo, ma l’idolo di gioventù fu il connazionale Anthony Yeboah, centravanti portentoso di Eintracht Francoforte e Leeds United negli anni ’90.

COSA PUÓ DARE AL MILAN Potrà giocare in Champions e il suo contributo sarà richiesto già nell’andata degli ottavi contro l’Atletico, quando Muntari e Montolivo saranno squalificati. Non ha più il dinamismo dei bei tempi, che gli è valso il premio di miglior giocatore della Ligue 1 (2005) e del Chelsea secondo i tifosi dei Blues (2007, primo africano nella storia del club). Considerato da compagni e allenatori un professionista serio e leale, può essere utile per la sua duttilità, a patto che venga impiegato come laterale difensivo solo contro avversari alla sua portata per dinamismo e rapidità. Mourinho lo ha proposto spesso in quella posizione nell’ultimo anno al Real, ma nelle partite con Borussia Dortmund e Atletico Madrid ha sofferto parecchio. Insomma, a Milanello arriva un giocatore motivato dall’obiettivo mondiale ma che non potrà risolvere da solo i problemi di freschezza e dinamismo che affliggono la rosa rossonera. Anche se ha giocato appena 120′ nell’ultimo mese e mezzo, l’esperienza lo aiuterà nella gestione delle energie. Come fece l’anno scorso, quando debuttò col Real contro il City in Champions dopo 4 mesi senza partite e fu tra i migliori, prima di uscire stremato dopo un’ora.

Fonte: Sportmediaset.it

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