Immobile spaventa il Milan, niente tris per Seedorf

Milan vs Toro
Milan vs Toro

MILANO – C’è due senza tre. Dopo i due successi contro il Verona e il Cagliari, il Milan di Seedorf non va oltre il pareggio contro il Torino, fermandosi a una mezza rimonta. Sotto di un gol incassato in contropiede da Immobile nel primo tempo, Montolivo e compagni tornano in partita, ma lì si fermano, a inizio ripresa con la rete dell’1-1 di Rami, quindicesimo marcatore del Milan in campionato, piccolo record che neppure la Juventus e la Roma possono vantare. Le note liete, però, si fermano qui, perché la rabbia della seconda parte produce soltanto assalti disordinati, con tiri fuori bersaglio e tredici inutili calci d’angolo. Per la serie si poteva vincere, ma sullo 0-1 si poteva anche affondare se Farnerud avesse scartato quel cioccolatino offertogli da Cerci. Con una considerazione finale al di là del risultato: il Milan conferma di essere un cantiere aperto, una squadra improvvisata che può vincere o perdere, in balia degli episodi, mentre il Torino che raggiunge l’Inter al quinto posto è una squadra vera, non a caso arrivato a San Siro guardando i rossoneri dall’alto in basso, come non gli capitava da 32 anni.

Sorprese Seedorf fa cadere a sorpresa una testa olandese e ne salva un’altra. Sparisce De Jong come secondo centrale al fianco di Montolivo e rispunta Muntari. Ma soprattutto riappare Emanuelson a sinistra, con De Sciglio a destra, a scapito di Abate, destinato ad altre panchine visto che Seedorf ha già spiegato di preferire De Sciglio su quella fascia. I problemi del Milan, però, sono altri e non certo legati all’assenza dello squalificato Balotelli, perché il più pericoloso si rivela Pazzini, centravanti vero che impegna subito Padelli. Sembra un avvio confortante e invece il secondo tiro della serata batte Abbiati, a conclusione di una classica azione di contropiede. Moretti sulla sinistra lancia lungo, Rami pasticcia in mezzo al campo e quando la palla schizza in avanti Immobile vola indisturbato verso la porta avversaria, saltando Bonera, evitando il disperato recupero di Emanuelson e infilando Abbiati con un perfetto diagonale.

Fuori ruolo Il 4-2-3-1 di Seedorf, davanti al quartetto De Sciglio-Rami-Bonera-Emanuelson e al doppio pivot Montolivo-Muntari, prevede quattro attaccanti che non conoscono la fase difensiva. Ma come se non bastasse questa lacuna, si ha la conferma delle difficoltà di Montolivo, della posizione sbagliata di Honda, fuori ruolo a destra e di Robinho a disagio a sinistra. Mentre Kakà procede a corrente alternata, l’unico vivo e sempre calato nella parte che conosce è Pazzini, pronto ad arpionare qualsiasi pallone arrivi dalle sue parti.

Toro organizzato A trazione eccessivamente anteriore, il Milan offre la doppia sensazione di essere molto pericoloso quando attacca, ma anche molto scoperto quando il Torino riparte. Perché il Torino, come tutte le squadre del bravissimo Ventura, sa ripartire alla perfezione, sfruttando in velocità i limiti altrui. Banale questione di organizzazione tattica, perché Maksimovic, Glik e Moretti si difendono molto bene sia a tre, sia a cinque quando si abbassano Darmian e Masiello, lasciando a Vives il compito di dirigere il centrocampo tra Basha e Farnerud, alle spalle dell’affiatata coppia di attaccanti veri Cerci-Immobile. E non a caso Cerci scodella sulla testa di Farnerud, a due passi da Abbiati, un pallone da infilare comodamente in rete che invece finisce sopra la traversa. Questi errori si pagano e infatti il Milan riscuoterà. Ci provano Muntari, con un gran tiro parato, poi Kakà con un diagonale, sul quale Padelli si allunga e devia in angolo.

Rabbia Milan Le ultime occasioni da gol nel primo tempo caricano il Milan che all’inizio della ripresa mostra il furore degli ultimi minuti della rimonta a Cagliari. Ma stavolta non c’è bisogno di attendere la fine per la rete del pareggio, che arriva già al 4’ dall’uomo meno atteso, uno degli ultimi arrivati, l’ex difensore del Valencia Rami, bravo a scaricare un gran tiro nell’angolino, aiutato anche da una deviazione che mette fuori causa Padelli. Il peggio è passato, ma il meglio non arriva, perché l’impegno di tutti e i cambi di Seedorf non bastano per vincere la terza partita consecutiva. La strada per risalire rimane lunga e Allegri lo aveva capito da tempo.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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