Nuovo Stadio, Milan e Inter contrarie all’idea Rho

(DPA) MILANO: LO STADIO GIUSEPPE MEAZZA

Il nuovo stadio milanese rischia di essere un bel rebus. Perché l’interesse del Milan e l’idea dell’Inter di costruirsi un impianto di proprietà sull’area che ospiterà l’Expo, a Rho, si stanno scontrando contro una previsione d’investimento – al momento intorno ai 300 milioni – non alla portata. Numeri che non tornano, un muro che si potrà eventualmente aggirare solo aprendo un tavolo di trattativa con Comune di Milano e Regione Lombardia: in ogni caso, un percorso lungo, complicato e delicato che potrebbe far tornare al punto di partenza, sancendo la vittoria di San Siro. E, sullo sfondo, resta anche la possibilità d’individuare altre zone dove realizzare il nuovo stadio.

Un mese di tempo – Giusto oggi scatta una prima scadenza importante. Perché Arexpo S.p.A. pubblica un secondo avviso «volto all’acquisizione di manifestazioni di interesse finalizzata all’individuazione di soggetti interessati alla realizzazione di un complesso sportivo». Va ricordato che il Milan ha già presentato la manifestazione d’interesse a dicembre; con questa mossa si concedono altri 30 giorni all’Inter (c’è tempo sino al 14 marzo) per informare Arexpo se nei piani dei nerazzurri c’è un nuovo stadio sui suoli che dopo l’Expo dovranno essere riconvertiti. La partita è aperta, ma non c’è nulla di scontato. E i club potrebbero alla fine rinunciare: lo stadio a Rho è oggi un progetto fortemente in bilico. Vediamo perché. Come anticipato al governatore Maroni durante l’incontro di novembre, quella del nuovo stadio non è una priorità di Erick Thohir. Prima bisogna rimettere in sesto i conti del club, valutare i piani di sviluppo e i mezzi di finanziamento.

Effetto Milan – Nel frattempo è arrivata una novità non da poco. Mentre in autunno il Milan sembrava determinato a non lasciare San Siro, con l’avvento di Barbara Berlusconi i piani rossoneri sono cambiati. E la prospettiva di occupare da sola il Meazza sta stuzzicando l’Inter. I due club si farebbero carico delle spese del piano di innovazione quadriennale (2012-2016), con un costo di 60 milioni suddivisi tra loro, investimento scorporato dalla quota di affitto dovuta al Comune per il Meazza (4,2 milioni a testa ogni anno fino al 2030). Tra Inter e Milan c’è anche un patto, per il quale se uno dei club dovesse avviare il progetto di un nuovo impianto, sarebbe risarcito dall’altro .

Juve, storia diversa – A meno di clamorose sorprese l’Inter non presenterà ad Arexpo la manifestazione d’interesse, supportata da un piano di fattibilità fatto elaborare da Thohir ad Anthony Macrì che ha prodotto un parere negativo. Il Milan ha già presentato la manifestazione ma, nonostante il nuovo corso di Lady B abbia fissato nell’impianto di proprietà un obiettivo da realizzare tra 2018 e 2020, non è detto che poi i rossoneri proseguano su Rho. Perché, a differenza dell’operazione compiuta a Torino con lo Stadium, dove la Juve ottenne dal Comune per 25 milioni la concessione del diritto di superficie per 99 anni, accollandosi solo i 120 milioni della costruzione, a Milano i suoli di Expo sono in vendita. E non potranno essere concessi con formule diverse: questo significa che definito l’investimento globale lieviterebbe oltre i 300 milioni. Costringendo Inter e Milan a guardare altrove. Ciò non esclude che Inter e Milan possano considerare il progetto in aree alternative. I rossoneri hanno fatto un sondaggio a Sesto San Giovanni, i nerazzurri tengono chiuse nel cassetto le «vecchie» soluzioni di San Donato e Assago, scartate perché i terreni andrebbero bonificati, con spese folli. Ecco perché oggi la certezza rimane l’intramontabile San Siro.

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