Milan: Seedorf in crisi nera, ma l’olandese non si tocca

Seedorf
Seedorf

La coltivazione di carote per il momento continua a non rendere granché. Non c’è ritorno nelle tasche del coltivatore, ma di base resta un grande ottimismo sulla cura del sorriso: Clarence Seedorf è certo che funzionerà. Intanto è caduta sulla schiena del Milan un’altra quaterna – è la seconda nel giro di cinque giorni – e in questi casi è davvero difficile sorridere. Soprattutto quando una squadra mette in fila la quarta sconfitta consecutiva (fra coppe e campionato): è stato eguagliato il record negativo nella storia del club (cinque sarebbe primato assoluto). Per non parlare della classifica: per trovare qualcosa di peggio rispetto a questi 35 punti che non c’è verso di migliorare, bisogna indietreggiare fino alla stagione 1981-82, l’anno della retrocessione. E già che ci siamo, possiamo anche aggiungere che Abbiati diventa il portiere rossonero espulso più velocemente (5’) nella storia del Milan in A.

Impegno Seedorf invece tocca quota sette sconfitte in dodici partite. E la missione europea subisce un altro duro colpo, dal momento che adesso il sesto posto occupato proprio dal Parma non dista più otto punti, ma undici. Per la cronaca: il Milan nelle prossime due partite è atteso da Lazio e Fiorentina. Sarà l’ultimissimo appello, anche se ormai la scalata sta assumendo l’aspetto di una missione impossibile. Soprattutto osservando gli errori in cui continua a cadere la squadra. Una prestazione difficile da giudicare, quella di ieri, viziata com’era dall’inferiorità numerica: ma una volta acciuffato un pareggio miracoloso, è stato folle farselo scappare. Seedorf a fine partita è stato l’unico a scambiare qualche parola con gli ultrà (che lo assolvono), promettendo tutto l’impegno possibile da qui a fine stagione. Magari senza guardare troppo al passato e al lavoro di chi è venuto prima, esercizio fine a se stesso che non giova a nessuno e non può essere un alibi eterno. «La responsabilità del passato non è mia, io sono responsabile per ciò che devo fare da qui a fine stagione – ha chiarito il concetto il tecnico –. Adesso lavoriamo per il futuro».

Umiltà Che cosa riservi il futuro, è difficile da capire adesso. Per quanto riguarda Clarence, resta la sensazione di una panchina relativamente tranquilla, che difficilmente potrà essere messa davvero in discussione da qui a metà maggio. Occorre però riprendersi dallo sprofondo e dare un cenno di scossa, tentando una rincorsa disperata al sesto posto: «Arrivare in Europa League era complicato prima, e lo è adesso. E’ un obiettivo. Dobbiamo provare con tutte le forze ad arrivarci. Faremo di tutto per riuscirci». Come sempre, l’olandese cerca di spremere il meglio che può dalla partita: «Psicologicamente la squadra c’è. Dobbiamo stare compatti, non possiamo rimproverare niente alla squadra: in dieci hanno dato l’anima. Ora abbiamo Lazio e Fiorentina, due partite importanti per imprimere una svolta». Chiusura con auto-arringa difensiva: «La mia umiltà e il lavoro che faccio tutti i giorni parlano per me, non ho mai detto cose arroganti. Ho tante certezze per aver vissuto tanti anni in questo mondo, so cosa stanno vivendo i ragazzi in questo momento. Dalla prossima stagione partirà un progetto che punta a portare il Milan in alto».

Acciacchi Intanto, l’infermeria registra qualche guaio. Abate ha problemi al flessore della coscia destra e Bonera ha fastidio a un adduttore. Montolivo, dopo la pallonata al volto che l’ha fatto cadere malamente, ha svolto alcuni controlli in ospedale: nessun problema. Oggi, infine, El Shaarawy sosterrà l’ultima visita di controllo in Olanda dal professor Van Dijk: se arriverà l’okay anche stavolta, Stephan potrà finalmente riprendere la preparazione, e tornare a essere disponibile nell’arco di 15-20 giorni.

Fonte: Gasport

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