Zambrotta: “Milan, stagione difficile. Una volta scelto l’allenatore, dovranno tornare grandi”

Zambrotta al Chiasso
Zambrotta al Chiasso

Ai margini della presentazione del suo libro “Una vita da terzino”, Gianluca Zambrotta ha parlato ai microfoni di Milannews.it.

Più facile scendere in campo o scrivere un libro? “Scendere in campo è una cosa che so fare, mi viene molto più facile. Scrivere un libro è stato molto divertente, mi è piaciuto tanto. E’ stata una bella esperienza raccontare dei momenti belli e non solo della mia carriera professionale, sia in campo che fuori dal campo. E’ stata una cosa diversa dal solito”.

Che Italia mi aspetto al Mondiale? “Nel libro faccio riferimento alle mie esperienze con la Nazionale, i miei tre mondiali e i miei tre europei, focalizzandomi molto sul mondiale vinto nel 2006. Adesso posso fare solo un grande in bocca in lupo ai ragazzi di Prandelli e al mister, perché il Mondiale è sempre una competizione particolare. Non sarà facile, ma hanno grandi possibilità di arrivare tra le prime 8. Poi un mondiale è sempre un torneo a sé, molto differente da tutti gli altri”.

Chi temo di più tra Inghilterra, Costa Rica e Uruguay? “Il Mondiale è sempre molto particolare, l’ho vissuto sulla mia pelle in Corea e Giappone nel 2002, in Sudafrica nel 2010, contro squadre che sulla carta erano molto meno forti che poi alla fine ci hanno dato veramente del filo da torcere. Sulla carta sicuramente l’Inghilterra forse è la squadra più difficile da affrontare, ma tutte sono difficili in un difficili in un torneo così importanti”.

Chi oggi può ricalcare le orme di Zambrotta? “Tra quelli che Prandelli ha convocato, da Ignazio Abate a Mattia De Sciglio, sono giocatori promettenti che hanno tanta voglia. Spero per loro che arrivino prima o poi alla conquista di un trofeo importante con la Nazionale, perché è un qualcosa di straordinario”.

Cosa ti hanno dato le esperienze nella tue squadre? “Ogni squadra mi ha dato sempre un qualcosa di diverso. Con il Como sono cresciuto, col Bari ho esordito in Serie A. Con la Juventus come ho scritto alla fine del libro sono diventato qualcuno. Col Barcellona sono maturato anche come uomo, al Milan ho chiuso una carriera bellissima e poi al Chiasso sono andato come allenatore. Ogni squadra mi ha dato un qualcosa che terrò nel mio cuore e nella mia mente”.

Un bilancio sulla stagione del Milan? “C’è stata una situazione particolare e difficile per i tifosi, la società, i giocatori. Alla fine per come è andata, credo si sia comunque conclusa meglio di come ci si aspettava, dalle mille difficoltà che il Milan ha avuto, dal cambio di allenatore… Ora credo che la società debba decidere quale sarà il prossimo allenatore, se sarà Seedorf, se non sarà Seedorf. Credo che si troveranno presto per cercare di capire come il Milan possa tornare tra le grandi, non solo in Italia ma anche in Europa”.

La mia avventura da allenatore? “E’ andata bene, ho raggiunto l’obiettivo della salvezza con un turno d’anticipo insieme al mio staff. Meglio di così non poteva andare, ora vediamo un po’ cosa succederà l’anno prossimo. Devo sedermi a tavolino con la società e discutere degli anni futuri”.

Redazione Milanlive.it

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