Buona fortuna Pippo, ti servirà. Ora vogliamo un mercato da Milan

Filippo Inzaghi
Filippo Inzaghi

Filippo Inzaghi sarà il nuovo allenatore della prima squadra del Milan. La scelta è stata sancita ieri sera nel vertice di Arcore nel quale a sorpresa ha partecipato anche Pippo assieme ad Adriano Galliani e Silvio Berlusconi. Un incontro durato circa tre ore nel quale si sarà fatto il punto della situazione parlando della squadra attuale, dello staff, del mercato e soprattutto di obiettivi futuri.

La scelta di Inzaghi come sostituto di Clarence Seedorf non stupisce più di tanto. L’olandese ha un contratto da 10 milioni di euro lordi fino al 2016 ed era preventivabile che la società scegliesse una soluzione economica. Senza nulla togliere alle qualità di allenatore di Inzaghi che in una prima squadra andranno tutte scoperte, perché è tutto un altro mondo rispetto a quello del settore giovanile. C’è un gruppo i giocatori diverso e pressioni differenti. Ma ad uno come lui tutto ciò non spaventa e si calerà in questa nuova avventura con la grinta, la serietà e l’umiltà che lo hanno contraddistinto anche quando era un giocatore.

Affinché Inzaghi possa lavorare bene ed ottenere risultati sarà necessario che la società lo supporti, non solo moralmente ma soprattutto a livello di campagna acquisti/cessioni. Non gli si possono chiedere miracoli con una squadra non competitiva, così come non si potevano chiedere ad Allegri (che comunque ci ha messo del suo nel girone di andata) e a Seedorf. Serve un mercato da Milan. Nessuna spesa folle, ma acquisti funzionali ad un progetto concreto e serio di rilancio delle ambizioni del club. La società è stata molto deludente nelle ultime campagna acquisti ed è necessario voltare pagina. Ad Inzaghi non basta la fiducia, servono anche i giocatori idonei a costruire un gruppo e a formare una vera squadra. Altrimenti rischia di bruciarsi per colpe non sue. I tifosi sostengono Pippo, ma i primi a doverlo sostenere a 360° dovranno essere Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani. Basta con teatrini e prese in giro, servono fatti. Forse chiediamo troppo…

Matteo Bellan

 

 

 

 

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