Abate a Forza Milan: “Amo i colori rossoneri. Inzaghi ci ha stravolto in 2-3 mesi”

Ignazio Abate & Borja Valero (Getty Images)
Ignazio Abate & Borja Valero (Getty Images)

Le parole di Ignazio Abate rilasciate a Forza Milan, il mensile dedicato ai tifosi rossoneri: “La passione è tanta, io provengo dal settore giovanile e appartengo a questa società da diciotto anni. Ho fatto tutta la trafila con l’obiettivo di arrivare in prima squadra, il fatto di averlo centrato ha sviluppato un senso di appartenenza superiore a quello di un giocatore arrivato da fuori. È normale innamorarsi di questa società, di questa città e di questi colori, però credo che chi comincia qui fin da ragazzini come me e Mattia abbia un amore incondizionato per questa maglia”.

 

Sulle ultime stagioni: “Non è bello vedere San Siro semivuoto. Mi ricordo quando facevo il raccattapalle per la squadra di Ancelotti, a quei tempi lo stadio era veramente strapieno. Io però ho cominciato a giocare con Leonardo allenatore e anche allora lo stadio era semivuoto, poi è tornato e riempirsi quando abbiamo ricominciato a vincere trofei. Sta a noi riconquistare i tifosi, credo che siamo sulla strada giusta. Già contro la Juve, alla terza partita di quest’anno, si è rivisto il San Siro dei tempi belli”.

 

Sull’arrivo di Pippo Inzaghi: “La testa è una componente importante, direi fondamentale. L’abbiamo visto in queste prime giornate con Inzaghi, riuscito a rigenerare un gruppo che l’anno scorso, a detta di alcuni, sembrava non fosse all’altezza. Non penso che Pippo in due-tre mesi abbia stravolto la squadra a livello fisico, piuttosto ha lavorato tanto sulla testa di ciascuno di noi. Questa è la dimostrazione che le motivazioni nel calcio sono fondamentali. Fortunatamente, lo dico tra virgolette, quest’anno non abbiamo le coppe europee e quindi possiamo sfruttare il fatto di giocare una sola partita alla settimana. Questo può essere sicuramente un vantaggio, però è anche vero che quando si gioca ogni tre giorni l’allenatore e i giocatori lavorano tanto sulla testa e questo ti costringe a stare sempre sul pezzo, senza mai guardarti indietro alla fine si crea un equilibrio mentale diverso, a seconda degli impegni e delle ambizioni della squadra. Io preferirei giocare ogni tre giorni, soprattutto se il mercoledì c’è un impegno di Champions. Perché alla fine puoi allenarti quanto vuoi, però il ritmo che ti dà la partita nell’arco dei novanta minuti non te lo dà nessun allenamento al mondo”.

 

Redazione MilanLive.it

 

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