Milan, presente triste e futuro incerto: ci resta solo il passato!

Curva Sud Milano (Getty Images)
Curva Sud Milano (Getty Images)

Quello che sta attraversando il Milan in questi mesi è sicuramente uno dei periodi maggiormente bui della storia rossonera. Non solo perché i risultati nella stagione corrente non sono affatto positivi; come se non bastasse, sono già due anni che una squadra come il Milan, tra le più titolate a livello mondiale, non partecipa a nessuna competizione europea. Uno dei problemi di cui si discute maggiormente, è la completa mancanza di programmazione: non si vede nessuna luce in fondo al tunnel.

 

Le speranze dei tifosi rossoneri per la stagione attuale si sono smarrite già da diverse settimane, nonostante manchino ancora tre mesi alla conclusione del campionato. In questa situazione appare piuttosto difficile pensare alle motivazioni che allenatore e squadra possano avere per i prossimi impegni. Così come gli stessi tifosi rossoneri sempre meno entusiasti degli uomini di Pippo Inzaghi. I tempi sono sicuramente cambiati, ma se pensiamo che solo qualche anno fa il Milan lottava per i primi posti sia in Italia che in Europa, ci si può benissimo render conto del fallimento in toto del presunto progetto Milan.

 

Chi ha le colpe maggiori? Probabilmente tutti: la società, e ovviamente calciatori e allenatori che negli ultimi anni si sono susseguiti. E’ indubbio però la società poteva e doveva fare di più: da Adriano Galliani a Silvio Berlusconi, tanti sono stati gli errori commessi. Le cessioni illustri di Ibrahimovic e Thiago Silva sono state probabilmente l’inizio di tutto, ma i successivi rimpiazzi acquistati in sede di calciomercato non sono stati minimamente all’altezza dei predecessori. Ci si è affidati troppo a parametri zero e a giocatori ormai a fine carriera, a cui sono stati affiancati alcuni giovani talenti o presunti tali, vedi El Shaarawy o De Sciglio, sicuramente non all’altezza di permettere alla squadra il salto di qualità.

 

Discorso a parte è quello degli allenatori: da Massimiliano Allegri a Pippo Inzaghi, passando per Clarence Seedorf. L’attuale allenatore della Juventus dopo lo scudetto e la supercoppa italiana vinti indubbiamente grazie ad una rosa ben più forte delle altre, non è riuscito a tenere unita la squadra negli anni successivi. Lo spogliatoio lo ha abbandonato, e presto i risultati ne hanno risentito. Per quanto riguarda Seedorf, ha pagato sicuramente lo scarso feeling con la società, la quale lo aveva ingaggiato soprattutto per volere di Barbara Berlusconi. Ultimo in ordine cronologico è l’attuale tecnico rossonero: dopo i grandi proclami di inizio stagione, una campagna acquisti poco entusiasmante in estate, l’inizio di stagione appariva positivo. Nel corso dei mesi sono pian piano emerse le difficoltà, e nonostante il mercato di riparazione in cui sono arrivati buoni giocatori, Antonelli e Destro su tutti, la squadra non ha risposto in maniera positivo. Il crollo è ad un passo, le crepe sono evidenti.

 

Cos’è rimasto del nostro Milan d’un tempo? Probabilmente solo i trofei e le emozioni vissute nel passato. Meglio di niente, verrebbe da pensare. Già, perché molte squadre del nostro campionato e non solo, non possono certo consolarsi con gli straordinari successi in Champions League ottenuti dal Milan nella sua storia. Però al tifoso milanista tutto questo non basta, la storia ce la teniamo stretta, ma il presente e soprattutto il futuro, non fanno ben sperare.

 

Giacomo Giuffridawww.MilanLive.it

 

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