Ecco Mihajlovic, un sergente di ferro per il Milan. Ma quelle parole del 2010…

Sinisa Mihajlovic (getty images)
Sinisa Mihajlovic (getty images)

Carlo Ancelotti ha detto no, e adesso in casa Milan può davvero scoccare l’ora di Sinisa Mihajlovic. La Gazzetta dello Sport traccia il profilo di questo allenatore, considerato tra i migliori della scorsa stagione avendo guidato la Sampdoria, partita senza favori del pronostico, ad ottenere una quasi certa qualificazione all’Europa League (dipenderà dal ricorso del Genoa all’Uefa per le licenze) dopo un girone d’andata magnifico chiuso al terzo posto. Gioco brillante, attenzione particolare ai giovani talenti. Chiedere ad Alessio Romagnoli e Roberto Soriano per credere, arrivati in Nazionale grazie alla ‘cura Sinisa’.

 

Chiedere invece ad un certo Samuel Eto’o per conoscere il carattere da sergente di ferro di Mihajlovic; il camerunese appena arrivato si rifiutò di disputare un doppio allenamento con la Samp. Il tecnico serbo per punizione gli fece chiedere scusa davanti tutto lo spogliatoio lasciandolo lavorare per settimane prima di dargli l’opportunità di scendere in campo. Non servono palmarès o trofei vinti in carriera, davanti al giudizio di Mihajlovic sono tutti uguali, conta solo la voglia e la filosofia del lavoro duro e proficuo.

 

Non è un integralista Mihajlovic, ha dimostrato a Genova di saper spaziare tra il 4-3-3 ed il 4-3-1-2, giocando con punte esterne veloci o con due attaccanti supportati da un trequartista di raccordo. Ed il passato interista non dovrebbe influire, Sinisa è un professionista pronto a sposare il progetto migliore. Eppure nel 2010 non la pensava così, visto che dopo alcuni rumors che lo accostavano proprio al Milan, ammise: “Potrei anche morire di fame, ma non allenerei mai il Milan. Ho troppo rispetto verso i miei ex club“. Ma oggi Mihajlovic è maturato, ha capito che da allenatore si sposano i progetti, non le bandiere. Ed a Milanello sono pronti a puntare sulla sua fermezza.

 

Redazione MilanLive.it

 

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