Il troppo clamore e la sfida speciale di Abbiati

Stefano Peduzzi
Stefano Peduzzi

Non mi è piaciuto il clamore mediatico (e non solo) attorno ad Alessio Romagnoli. Intendiamoci, il Milan ha fatto un buonissimo colpo in prospettiva, portando a casa uno dei migliori Under21 nel suo ruolo. Romagnoli potrà diventare un ottimo difensore, ma andiamoci piano con i paragoni. Guai a creare troppe aspettative su un ragazzo di 20 anni reduce da una grande (prima) stagione in serie A. Parlare di “nuovo” Nesta solo per la scelta della stessa maglia o per la fede calcistica che accomuna entrambi, rischia di diventare un’arma a doppio taglio per l’ex giallorosso.

A proposito di giocatori di prospettiva, al Milan sta crescendo (e anche bene, senza troppi clamori), il giovane portiere Gianluigi Donnarumma. Classe 1999, chi lo ha avuto nelle giovanili lo descrive come un vero e proprio fenomeno. Un enfant prodige che sta bruciando le tappe, tanto da meritarsi il palcoscenico estivo in diverse circostanze. Il Milan lo ha “promosso” come terzo portiere e non è detto che nella gerarchia non superi anche il “vecchio” Abbiati nel corso della stagione.

Quell’Abbiati che lunedì sera guarderà con un pizzico di malinconia Milan-Perugia. La sua parabola in rossonero era nata proprio in un Milan-Perugia di campionato. Era il 17 gennaio 1999. Abbiati prese il posto di Weah dopo l’espulsione di Sebastiano Rossi. Abbiati parò un rigore al perugino Bucchi e da lì cominciò la sua grande storia con la maglia del Milan. Questa, invece, sarà l’ultima stagione di Abbiati in rossonero, ma per le celebrazioni ci sarà tempo. Da lunedì sarà calcio vero: parola al campo!

 

Stefano Peduzzi – @stepeduzzi

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