Berlusconi si racconta: “Comprai il Milan per mio padre. Non me ne andrò senza vincere di nuovo”

Silvio Berlusconi (Getty Images)
Silvio Berlusconi (Getty Images)

La Gazzetta dello Sport ci regala una gustosa anticipazione del libro My Way, realizzato dal giornalista Alan Friedman, il quale ha intervistato in esclusiva Silvio Berlusconi, presidente del Milan e uno degli uomini più amati e criticati della storia recente italiana. L’opera sarà in vendita da domani, ma intanto arrivano le prime righe sull’affascinante epopea di Berlusconi ed il club rossonero, acquisito nel 1986.

 

La premessa del Cavaliere è da brividi: “Me ne andrò solo quando avrò vinto un’altra volta” – annuncia Berlusconi a coloro che chiedono la sua uscita di scena. Un preambolo che fa capire l’ambizione dell’uomo d’affari, il quale ha sempre visto il Milan come un affare di famiglia piuttosto che un business: “Mi fa pensare a mio padre, quando ero ragazzino parlavamo spesso del Milan e di come giocava, era una squadra che vinceva poco ma l’amavamo lo stesso. Quando ho avuto la possibilità di acquistare il club ho pensato di farlo anche per lui, ne sarebbe stato fiero“.

 

Dal momento dell’acquisto, deciso durante un incontro a St. Moritz nel dicembre 1985, fino agli ultimi trionfi, passando per le scelte più azzeccate: Sacchi con il suo Parma eliminò il Milan dalla Coppa Italia. Pensai subito di affidagli la panchina. Aveva un carattere deciso e forte, fu capace di mettere fuori anche un mito come Van Basten se si fosse allenato male. Capello fu un’intuizione: era un perfetto dirigente, poi gli chiesi di allenare il Milan. La stampa mi diede contro ma ebbi ragione. Ancelotti grande lavoratore, eravamo sempre in sintonia“.

 

Una chiosa anche sull’impeccabile stile Milan che ha contraddistinto la sua era, facendo sì che il club diventasse un sinonimo di eleganza e rigore: “Non mi piacciono tatuaggi, piercing e capigliature strane. Ai miei tempi controllavo persino il nodo della cravatta prima di mandare un giocatore in TV. Oggi le cose sono cambiate, mi piacerebbe si tornasse a quell’eleganza, al comportamento che avevano due idoli come Baresi e Maldini“.

 

Redazione MilanLive.it

 

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