Qual è il vero Milan? La Bonaventura-dipendenza pesa

Alessio Cerci Keisuke Honda
Alessio Cerci e Keisuke Honda (Getty Images)

Che il Milan non fosse uno squadrone lo sapevamo e che la mancanza di alcuni elementi cardine potesse metterci in difficoltà pure, ma nonostante le assenze di Andrea Bertolacci e Giacomo Bonaventura ci aspettavamo qualcosa di più contro l’Atalanta. Si pensava che il gruppo, dopo le tre vittorie di fila e considerata la possibilità di raggiungere una migliore posizione di classifica vincendo, potesse esprimere in campo un atteggiamento migliore di quello visto ieri a San Siro. Invece hanno deluso quasi tutti e siamo stati salvati dal 16enne Gianluigi Donnarumma, autore di alcuni interventi decisivi. Viene da chiedersi se il Milan abbia già esaurito le proprie energie fisiche e mentali; e se quanto visto contro la Lazio sia stata solamente l’eccezione, mentre la serata di ieri rappresenti la regola.

E’ crollato il castello di carta rossonero. Sembravamo sulla retta via, ma evidentemente alcune assenze pesano troppo e i sostituti sono tutt’altro che all’altezza. Gli stessi che magari si lamentano di non giocare abbastanza e che poi quando vanno in campo legittimano Sinisa Mihajlovic a non schierarli dall’inizio. Ma anche tra i presunti titolari ci sono state grosse delusioni. Su tutte un Mattia De Sciglio che in campo sembra impaurito, distratto e a volte addormentato. La sua sostituzione è stata obbligatoria, ma purtroppo anche Davide Calabria non è riuscito a fare molto meglio del compagno.

Ma la difesa in generale ha ballato, anche a causa di un centrocampo che ha fatto poco filtro e dove Riccardo Montolivo predicava un po’ nel deserto con al fianco due mezzali completamente spaesate come Andrea Poli e Juraj Kucka. Male Alessio Cerci, quasi mai pericoloso e letteralmente scomparso dal match per lunghi tratti. Non bene neppure Carlos Bacca, incapace di proteggere bene palla e di far salire la squadra. Le sue iniziative sono state tutte stoppate dagli avversari. Va detto comunque che di palloni giocabili per rendersi minaccioso ne ha avuti pochissimi. Si salva M’Baye Niang, l’unico a creare a volte un po’ di panico alla difesa bergamasca. Il francese al rientro ha giocato abbastanza bene fino a quando fisicamente ha retto. Gli mancano ancora precisione e lucidità quando arriva nei pressi nell’area, ma è una delle poche note liete della serata.

Enormi passi indietro rispetto alla vittoria dell’Olimpico sulla Lazio. Milan con poche idee che si è affidato più che altro allo spunto del singolo che ad una manovra ragionata, praticamente impossibile da fare con certi interpreti a centrocampo. Qualche occasione l’abbiamo avuta, ma non siamo stati in grado di concretizzarne alcuna. L’Atalanta avrebbe sicuramente meritato i tre punti più di noi. La compagine di Edy Reja ha dominato soprattutto nel secondo tempo e non è accettabile questo. Le assenze non possono giustificare tutto ciò che si è visto ieri sera.

Sembra un Milan dipendente da Bonaventura, che in questa squadra sembra aver assunto il ruolo di leader, ma anche da Bertolacci, visto che le sue qualità in mediana non le ha nessuno e contro la Lazio si è visto cosa può fare quando è in giornata. Contro la Juventus il primo sicuramente ci sarà e speriamo anche l’ex Genoa. A Torino il 21 novembre servirà una mentalità diversa per provare a vincere. Adesso c’è una sosta da sfruttare per ricaricare le pile, capire gli errori e ripresentarsi più determinati al prossimo appuntamento.

 

Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)

 

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