Gullit: “Oggi il mio Milan sarebbe ancora più letale. Allenatore? Potrei tornare”

Ruud Gullit
Ruud Gullit (Getty Images)

Ruud Gullit, uno dei più grandi giocatori della storia del Milan. Nato ad Amsterdam nel 1962, Gullit viene acquistato dal PSV Eindhoven, dove inizia a giocare come libero per finire a giocare da attaccante. E’ sicuramente il più imprevedibile dei giocatori di mister Sacchi, capace di imprese mirabolanti, sorretto anche da una struttura fisica imponente. Nonostante sia stato spesso perseguitato da numerosi infortuni ai menischi e al ginocchio, riesce ad aggiudicarsi 3 Scudetti e numerose coppe, fra cui 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. In rossonero collezionò 171 presenze e 56 gol. Il ‘tulipano nero’, così lo soprannominarono, conquista il Pallone d’Oro nel 1987, dedicandolo a Nelson Mandela, a riprova del suo impegno antirazzista.

 

Abbandonata la carriera da calciatore nel 1998 al Chelsea, ha intrapreso la carriera di allenatore proprio nei Blues. Negli anni si è seduto in numerose panchine, tra cui quella di Newcastle, Feyenoord, Paesi Bassi e Los Angeles Galaxy. L’ultima esperienza nel 2011 in Russia al Terek Groznyj.

Ai microfoni di Marca, Gullit ha parlato della possibilità di tornare ad allenare, riferendo: “Al momento mi piace la mia attuale vita. Poi ho un figlio di 14 anni da crescere. Detto ciò, se ci sarà la possibilità non escludo un ritorno in panchina in futuro”.

 

Non poteva mancare una domanda sul paragone tra il suo Milan e il Barcellona di Pep Guardiola: “Parliamo di due tipi di sistemi di gioco diversi perché noi abbiamo basato molto sulla difesa. Inoltre, i tempi e le regole erano diverse. Il portiere per esempio poteva prendere la palla con le mani sul retropassaggio dei difensori, mentre adesso no. Questa regola ha modificato l’intero concetto di pressing. Immaginate se il nostro Milan avesse avuto questa possibilità… Il nostro pressing sarebbe stata ancora più letale. Tutto è cambiato”. 

 

Alla domanda su quale giocatore attuale che gioca in Spagna gli ricorda lui, Gullit ha risposto in maniera molto diplomatica e chiara: “Questo è un passatempo che avete voi giornalisti, sempre a cercare di fare paragoni. Nessuno è uguale all’altro. Ero unico, e Iniesta è unico. Siamo tutti diversi. E ‘come paragonare Messi con Maradona, non si può fare. L’unica peculiarità è che sono entrambi mancini, niente di più”.

 

Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it

 

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