Milan, quattro partite per arrivare in Europa. Sinisa, non essere tranquillo…

Stefano Peduzzi
Stefano Peduzzi

La vittoria di Genova è stata la più importante della stagione. Per tornare in Europa, il passaggio più semplice per il Milan è la vittoria della Tim Cup. Per alzare il trofeo, agli uomini di Mihajlovic mancano ancora quattro partite: il quarto di finale contro il Carpi, la semifinale andata-ritorno contro la vincente di Spezia-Alessandria e l’eventuale finalissima. Certo, conoscendo gli alti e bassi di Montolivo e compagni, non possiamo considerarla un’ “autostrada” verso la finale, ma il percorso potrebbe rivelarsi sicuramente più semplice rispetto al cammino in campionato dove servirà più continuità per sperare di approdare al quinto posto.

Contro la Sampdoria è andato ancora a segno Niang, attaccante cresciuto in maniera esponenziale proprio a Genova nella passata stagione e tornato a Milanello con una testa diversa rispetto a quando era partita. Ecco, questo può essere il grande acquisto dei rossoneri per il girone di ritorno.

Non vediamo infatti all’orizzonte un mercato di grossi cambiamenti per il Milan a gennaio: al di là del ritorno di Boateng, non ci sono i presupposti per faraonica campagna di rafforzamento. Certo, questa squadra può essere rinforzata anche con qualche scambio razionale. L’importante è avere delle idee chiare e non gettarsi nelle trattative con la foga di un anno fa…

Prima del mercato di riparazione c’è la tappa al “Matusa”: a Frosinone Mihajlovic non può fallire. Un risultato diverso dalla vittoria può rimettere in pericolo la sua panchina. Il suo bilancio, in questo girone d’andata, non è stato sufficiente: i risultati non sono arrivati, il gioco si è visto a sprazzi e la gestione del gruppo non è stata sempre all’altezza delle aspettative. Il tecnico serbo è tuttora in bilico e non può bastare una qualificazione in Tim Cup per parlare di situazione stabile. Frosinone dunque tappa decisiva per lui: domenica sera sapremo se sarà ancora Sinisa Mihajlovic a guidare il Milan nel 2016…

 

Stefano Peduzzi – @stepeduzzi

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