Milan, Sacchi: “Berlusconi straordinario innovatore”

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi (Getty Images)

Non poteva mancare, grazie ad un’intervista esclusiva odierna de Il Giornale, il parere di Arrigo Sacchi sul trentennale da presidente del Milan di Silvio Berlusconi. L’ex mister di Fusignano è stato il primo allenatore scelto dal Cavaliere durante la sua era rossonera.

Sacchi ha scelto parole e definizioni lusinghiere per Berlusconi, che ebbe subito un’idea di calcio completamente diversa dai predecessori: “Ha rappresentato il Rinascimento, se il calcio italiano ha avuto il suo momento migliore proprio con l’avvento di Berlusconi non è un caso. E’ stato un grande innovatore, mi scelse per il Milan vedendo il mio Parma giocare bene in Coppa Italia. Pensai: o è un pazzo o è un genio. È riuscito ad abolire il vecchio dogma del calcio italiano, cioè vincere a ogni costo, per introdurre il concetto più appagante e impegnativo del “vincere, convincere e divertire”, vale a dire un tipo di vittoria più meritevole e appagante“.

Sacchi ha poi ricordato alcuni aneddoti importanti: “Firmai in bianco per il Milan, ma scoprii successivamente che Galliani mi aveva fatto firmare per un contratto inferiore rispetto a ciò che percepivo a Parma. Ricordo il raduno al castello di Pomerio, radunò squadra e staff e ci disse che dovevamo diventare i migliori al mondo. Dopo un ko con l’Espanyol a Lecce fu brutale, disse a tutti che aveva fiducia in me e chi non ne aveva sarebbe stato allontanato“.

Anche le trattative di mercato hanno fatto parte della storia speciale di Sacchi e Berlusconi: “Promisi lo scudetto in caso di arrivo di Ancelotti, ma Berlusconi mi disse aveva il 20% di invalidità. Alla fine lo acquistò e mantenemmo le promesse. Borghi? Non mi era mai piaciuto, il presidente lo vedeva come nuovo Maradona, per fortuna mantenne fede ad una promessa e prese Rijkaard. E quando pregò prima della finale di Coppa Campioni contro lo Steaua, ammettendo che gli altri erano comunisti“.

 

Redazione MilanLive.it

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