Campopiano: “Cessione Milan, racconto e retroscena della trattativa”

Casa Milan
Casa Milan (©Getty Images)

MILAN NEWSPasquale Campopiano del Corriere dello Sport è colui che prima di tutti è arrivato alla notizia della trattativa Fininvest-cinesi per il passaggio di proprietà del Milan. Questa storia è emersa ad aprile. Sono passati mesi, tra conferme, smentite e news varie. Però la certezza è che questi negoziati esistono e sono in corso.

Lo confermò Fininvest a maggio in un comunicato, lo ha confermato in seguito Silvio Berlusconi. Ha fatto altrettanto Sal Galatioto con la sua presenza in Italia e non dimentichiamo le immagini di Adriano Galliani e Nicholas Gancikoff a cena insieme nelle notti milanesi per condividere un mercato.

Campopiano su Facebook ha scritto una sorta di cronistoria di questa vicenda, svelano anche nuovi dettagli e retroscena. Il giornalista parte da come è nata tutta la trattativa.

Nicholas Gancikoff, il delfino di Sal Galatioto che aspira a diventare il nuovo Ad del Milan che verrà, fiuta l’affare dopo che Fininvest con la sua banca Lazard manifesta l’intenzione di vendere uno dei club più titolati al mondo. Tutto accade almeno un anno e mezzo fa. Da quel dì Gancikoff si attiva per cercare investitori nel terreno più fertile che possa esistere, la Cina. (…) Parte un’operazione finanziaria molto ambiziosa che viene stroncata dall’arrivo di Mister Bee e da tutto quello che i tifosi del Milan preferiscono lasciare nel dimenticatoio”.

Come sappiamo, la trattativa con Mr Bee Taechaubol è naufraga. Ufficialmente perché il broker thailandese non trovava i fondi necessari per l’affare. Un’operazione sembrava subito folle. Infatti il Milan veniva valutato ben 1 miliardo di euro e il gruppo da lui rappresentato avrebbe acquisito il 48% a 480 milioni. Inoltre, i nuovi soci avrebbero lasciato a Berlusconi e Galliani l’ambito sportivo, accontentandosi di sviluppare il brand in Asia e di quotare il club in Borsa. Una vicenda che da subito non aveva convinto.

Poi la vicenda Bee si rivela un flop e il duo GalatiotoGancikoff, rimasto dietro le quinte ad osservare i fatti, torna alla carica nei primi mesi di questo 2016. La voglia di tentare la scalata all’AC Milan è tanta e viene impostata un’operazione curata nei minimi dettagli che ho avuto la fortuna di poter raccontare. Gli advisor ribussano al citofono dove c’è scritto Fininvest e presentano un piano industriale ambizioso: l’idea è quella di creare un fondo che raccolga degli investitori molto ricchi e potenti della Cina, dedicarlo all’acquisizione di una società veicolo da quotare in un secondo momento nella borsa di Hong Kong e destinare quest’ultima all’acquisto del Milan. Operazione da 1 miliardo di dollari, ma qualcuno sussurra 1,5 miliardi”.

Tutto bello insomma, non proprio. Nessuno sa chi davvero ci sia dietro alla conglomerata cinese che sta trattando l’acquisto del club. Escono tanti nomi importanti (Robin Li, Evergrande, Jack Ma, Alibaba, Moutai, Wampoa, Baidu e altri), alcuni accompagnati da smentite e altri da nessun commento. Dunque ufficialmente nessuno ha confermato ufficialmente il coinvolgimento in questa operazione. E’ un mistero. Negli ultimi giorni, però, ci sono state delle novità.

E siamo ai giorni nostri: a Bloomberg, a Shenjun “Sonny” Wu, al GSR capital, a Steven Zheng e ai primi veli calati su tutta questa mega operazione finanziaria. I dubbi sul fatto che Berlusconi voglia cedere il Milan, in questi mesi, sono stati legittimi: a lui in primis e a Fininvest in scia, lo stesso Gancikoff ha presentato una lista ormai due mesi fa contenente almeno otto nomi cinesi di altissimo spessore. Berlusconi stesso ha dichiarato pubblicamente di essere rimasto soddisfatto da un piano industriale ambizioso, dal fatto che fossero presenti due investitori con potenzialità ultramilionarie e di essere rassicurato dalla presenza di società a partecipazione statale. Bene, i pezzi si stanno incastrando ma il puzzle non è chiaro: siamo nel campo delle energie rinnovabili, e questa era stata la primissima indiscrezione; abbiamo il fondo, il GSR che letteralmente sta per Golden Sand River, il fiume di sabbia d’oro (e comunque nelle ultime ore arriva qualche smentita anche su questo); abbiamo due nomi, Wu e Zheng, ma non sembrano i nomi che facevano sognare i tifosi del Milan”.

Sono emersi molti dubbi su questi due uomini d’affari. Non sono infatti i profili altisonanti emersi nelle settimane addietro. Ed è normale che tra la tifoseria sia serpeggiato lo scetticismo. Campopiano prova a ipotizzare chi siano i due signori venuti fuori.

Più che altro sembrano due possibili gestori sulla sponda cinese della fase d’acquisto del club: che magari firmeranno con Fininvest l’accordo preliminare, quel benedetto accordo preliminare che slitta ormai dallo scorso 15 giugno, ma che di certo assomigliano più a 2 advisor finanziari orientali che a due tycoon dalle infinite risorse economiche. Si ha come la sensazione che Gancikoff e Galatioto abbiano in Wu e soci gli appoggi per trovare gli investitori cinesi”.

Ma chi c’è dunque dietro questa cordata asiatica? Presto Fininvest e gli acquirenti dovranno dirlo. Se non subito dopo la firma del contratto preliminare della prossima settimana, ma comunque da lì a breve.

Se Fininvest e la conglomerata cinese chiuderanno l’operazione di cessione/acquisizione del Diavolo dovranno dirci le cose come stanno. Anche perché, sulla strada che porta al closing, c’è l’Antitrust, e gli ultimi pezzi vanno incastrati. Le alternative che si manifestano in chi ha seguito tutta questa lunga storia, sono due: o siamo di fronte alla più grande operazione finanziaria calcistica degli ultimi anni creata ad arte per poterne ricavare un margine in una nuova cessione futura ad altri acquirenti; o siamo di fronte alla storia. Alla storia del Milan. Ma qualcuno ci dica chi è che la scriverà”.

 

 

Redazione MilanLive.it

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