Galliani: “Ultime settimane al Milan. Shevchenko? Volevamo tenerlo”

Adriano Galliani
Adriano Galliani (foto acmilan.com)

MILAN NEWS – La cessione del club rossoneri ai cinesi è praticamente solo questione di qualche altra settimana. Il closing è previsto il 2 o il 13 dicembre. In uno di questi due giorni verrà presentato il nuovo CdA e conseguentemente decadrà il precedente: in primis verranno ratificate le dimissioni di Adriano Galliani.

Lo storico Amministratore Delegato lascerà il club dopo 30 anni di servizio. Queste le sue parole in merito ai microfoni di Milan TV: “Sono le ultime 3 settimane di Milan per me. Ho fatto l’amministratore delegato per 30 anni e non saprei ricoprire nessun’altro ruolo. 28 primi posti e 16 secondi posti, che vogliono dire tanto, dalle Champions League alle Supercoppe, fino al campionato. I secondi posti vogliono dire molto. Tra primi e secondi posti, abbiamo toccato quota 45 e questo vuol dire davvero tanto”.

Nel corso dell’intervista è intervenuto telefonicamente anche Andriy Shevchenko, il quale ha ringraziato lo storico dirigente per il suo lavoro nel corso di questi anni. Questa la risposta di Galliani al pallone d’oro ucraino: “Sei il più grande attaccante della storia moderna del Milan. Sei scolpito nel cuore e nella storia del Milan. Quando ti vedo sono sempre emozionato come quella sera del 1999, quando giocavi con la Primavera. Mi presi un raffreddore quella sera (ride ndr). Dopo il tuo rigore, quando vincemmo la Champions contro la Juventus, facemmo una cena e accanto a me c’era uno psichiatra molto famoso. Gli dissi che avevo ancora paura che tu sbagliassi il rigore, dopo 20 giorni da quella gara. Gli chiesi se fosse grave e mi disse che ero irrecuperabile (ride ndr)”. Sull’approdo al Chelsea di Sheva ha riferito: “Abbiamo insistito tantissimo per trattenerlo e Berlusconi ha fatto ogni sforzo. Fino alla fine gli chiesi di restare. Gli dissi che non avrei firmato, strappando tutto. Alla fine però è stata una sua scelta, che abbiamo rispettato”.

Un ricordo passato per l’a.d. milanista anche su Cristian Abbiati, anch’egli presente in studio: “Con quella parata contro l’Inter in semifinale di Champions League nel 2003 si guadagnò la sua assicurazione. Gli dicemmo che sarebbe potuto restare fin quando avrebbe voluto e oggi, a 39 anni, è stato lui a scegliere di smettere”.

Dal portiere del passato a quello del presente e del futuro, Gianluigi Donnarumma. Questo quanto riferito: “Mi sono promesso di non parlare del suo futuro. Sono situazioni che non mi riguarderanno probabilmente. Mi fermo al 2 dicembre prossimo”. E proprio con quest’ultima frase ha praticamente confermato che le voci relative alla scelta tale data per il closing con i cinesi.

Sul suo futuro in Lega Calcio resta sulla difensiva: “Non ho preso nessuna decisione relativamente al mio futuro, senza candidarmi al ruolo di presidente della Lega. Soltanto dopo che ci saranno nuovi amministratori al Milan, potrò pensare al mio futuro, non prima di aver concordato il tutto con Berlusconi”.

Ancora altri retroscena, stavolta su Rivaldo, Luis Figo e sulla notte di Belgrado relativa all’incidente accorso a Roberto Donadoni: “A Belgrado pensavamo Donadoni fosse morto. Dopo il colpo non riusciva a respirare. Un infermiere gli salvò la vita. I giocatori nel secondo tempo lo credevano morto e nello spogliatoio piangevamo tutti. Ho di certo esultato al gol di Rijkaard, ma il pensiero era a Donadoni. Lo avevamo visto col volto blu. Rivaldo? Provammo a prenderlo due anni prima. Anche Figo non riuscimmo a prenderlo, nonostante avesse l’accordo con noi. Ogni volta che lo vedo, lo picchio (ride ndr)”.

 

Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it

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