Albertini: “Milan, non ti accontentare. Ora servono acquisti top”

Demetrio Albertini
Demetrio Albertini (©Getty Images)

MILAN NEWS – L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha interpellato un ex campione rossonero, italianissimo e cresciuto nel settore giovanile di Milanello. Demetrio Albertini è stato chiamato in causa per giudicare il momento del club e soprattutto il progetto ‘Ital-Milan’ che sembra dare i suoi primi frutti.

Albertini ha elogiato la storia di Silvio Berlusconi come presidente più vincente del club milanista, auspicandosi con qualche dubbio di sorta che i nuovi proprietari cinesi possano rivelarsi altrettanto capaci: “Berlusconi è stato il mio presidente per tanti anni, fa effetto non pensarlo più a capo del Milan. Nella negatività la lunghezza della trattativa ha aiutato a prepararsi al cambio. La poca comunicazione fa sì che cresca lo scetticismo: non ho mai sentito parlare Fassone o Mirabelli, che sono i più vicini ai cinesi ma anche al sentimento diffuso dei tifosi che aspettano di sapere. Sia chiaro, non è una critica per nessuno: gli obiettivi contano più di qualsiasi annuncio e di qualsiasi nazionalità. Non è un problema dello straniero, cinesi o francesi fa lo stesso, conta quello che si vuole fare e si che faccia prima possibile“.

Secondo Albertini bisognerà puntare ancora sui talenti italiani, come questo particolare momento storico prevede: “Berlusconi aveva questo desiderio anche quando giocavo io. Voleva un Milan milanese o lombardo. L’idea mi piace più delle altre perché credo nel senso di appartenenza: in Spagna ho fatto lo straniero e ammetto che vivi la squadra in maniera più distaccata. Credo invece che gli stranieri debbano arrivare per fare la differenza. Berardi e Bernardeschi? Sì, perché sono dei top e il Milan ha bisogno del meglio. C’è bisogno di giocatori di primissimo livello, molti degli ultimi acquisti vedo che restano in panchina: bene, ora c’è bisogno di titolari. Chi arriva deve essere più forte di quelli che ci sono già, servono innesti di grande valore e non mezzi giocatori“.

Infine un paio di considerazioni sul suo ‘emulo’ Manuel Locatelli e sul lavoro di Vincenzo Montella in panchina: “Appena ha esordito sono cominciati i paragoni, e il gioco non mi piace. Abbiamo storie simili, brianzoli, giovani, milanisti. Spero che giochi sempre con la spensieratezza del giovane a cui aggiungerà l’esperienza. Lasciamogliela fare: conterà di più il sostegno quando avrà un periodo di flessione rispetto agli elogi di adesso. Montella finora è stato bravissimo, ha fatto di necessità virtù, ha valorizzato le caratteristiche della rosa e puntato sui giovani. Fin qui il Milan è stato una sorpresa e spero questa sia la base per un futuro ancora più importante: l’importante è non accontentarsi“.

 

Redazione MilanLive.it

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