Cessione Milan, ecco i 12 punti oscuri della vendita ai cinesi

Bandiera cinese
Bandiera cinese (©Getty Images)

MILAN NEWS – Il 3 marzo 2017 dovrebbe essere la data decisiva per il tanto decantato passaggio di proprietà del Milan, dalle mani di Fininvest a quelle del fondo cinese Sino-Europe Sports; addirittura qualcuno parla ottimisticamente di un anticipo nei tempi di risoluzione del lunghissimo affare.

Ma i dubbi sulla trattativa, andata per le lunghe, rimangono. Il portale Business Insider in tal senso ha stilato una lista di ben 12 punti ancora oscuri nella vendita delle quote rossonere ai cinesi.

1 – Perché i cinesi pagano a rate? Un caso più unico che raro, con ben due caparre come garanzia. Solitamente operazioni di questa portata (740 milioni: 520 per le azioni e 220 di accollo debiti) vengono chiuse in un colpo solo. Il pagamento può anche essere dilazionato, ma in presenza di una fideiussione bancaria che faccia da garanzia. E’ avvenuto nei casi di Roma, Sampdoria e Inter.

2 – Perché i cinesi non si avvalgono di advisor finanziari? In genere in queste operazioni sono finanziate da diversi istituti, proprio per la difficoltà di reperire in tempi rapidi i fondi necessari per chiudere. Sino-Europe Sports non ha chiesto aiuto a nessuna banca, nonostante non riesca a concludere l’affare. Business Insider spiega letteralmente che «evitando di chiedere l’intervento di una banca hanno evitato un controllo dei conti (due diligence) approfondito, come quelli che sono necessari quando nelle trattative sono coinvolti i Pep: persone politicamente esposte, come nel caso di Silvio Berlusconi». Senza coinvolgere istituti bancari, dunque, non ci sono state indagini sulle parti.

3 – Chi è Yonghong Li? Si tratta di un nome che nel mondo dell’alta finanza cinese è tutt’altro che conosciuto. Prima dell’operazione Milan era semi-sconosciuto pure in Cina. Il suo nominativo compare sull’elenco dello scandalo ‘Panama Papers’ come intestatario di una società offshore, la Alkimiaconst Sa. Non è escluso che possa essere solo un apripista per altri imprenditori che al momento non vogliono esporsi.

4 – Di chi sono i 200 milioni di euro versati come caparra a Fininvest? La prima tranche da 100 milioni è stata pagata da Yonghong Li e probabilmente arriva dalla Credit Suisse, banca d’affari svizzera coinvolta anch’essa nei Panama Papers. Mentre sulla seconda c’è maggiore mistero. E’ partita dalla Willy Shine, società offshore delle Isole Vergini, per arrivare alla sede di Hong Kong di Huarong, l’asset manager controllato dal governo, che li ha poi girati a Fininvest.

5 – Perché è stata necessaria questa triangolazione? Nessuno sa spiegarlo. Huarong, al momento, non fa parte della cordata Sino-Europe, ma avrebbe anticipato l’ultima caparra da 100 milioni. Si è parlato di un problema di autorizzazioni da Pechino, ma i soldi vengono da Hong Kong, dove i controlli non sono rigidi come in Cina.

6 – Dal momento che dicono di avere molti capitali all’estero, perché i cinesi non hanno direttamente creato un veicolo offshore per comprare il Milan? Domanda senza risposta certa pure questa. Sino Europe avrebbe potuto far partire l’operazione direttamente dalle Isole Vergini, visto che la stretta sull’esportazione di capitali dalla Cina era attesa.

7 – E’ davvero credibile che la stretta sui capitali impedisca di chiudere l’operazione? Per tutti gli esperti contattati da Business Insider no. Sono strane le lungaggini burocratiche – i tempi per avere le autorizzazioni a completare gli investimenti all’estero sono di circa 50 giorni – ed è strano l’approccio delle parti alla trattativa.

8 – Perché Sino Europe non comunica la lista dei nomi? Rimane un mistero la composizione del fondo che dovrebbe comprare il Milan. Nomi importanti sono usciti, seppur senza l’ufficialità che servirebbe per avere certezza, e allora ci si chiede perché si faccia fatica a concludere l’operazione se ci sono i colossi citati dietro a tutto.

9 – Perché non viene rispettato il protocollo degli affari asiatici? I cinesi quando trattano vogliono conoscere direttamente il venditore e preferiscono evitare intermediari, in genere. Business Insider fa notare che Silvio Berlusconi in Cina durante le trattative non ci è mai andato e che sono venuti solo i cinesi in Italia. Su questo punto ci sentiamo di dire che comunque in Cina ci sono andati vertici di Fininvest e che il presidente per mesi non ha potuto viaggiare per motivi di salute. Poi solitamente è chi compra che va da chi vende.

10 – Perché la data del closing cambia continuamente? Se davvero Sino Europe ha già raccolto tutti i soldi necessari da tempo, perché non ha chiuso l’affare a settembre, prima che scattasse l’ampiamente atteso controllo dei capitali.

11 – Perché il Milan non può spendere per la campagna acquisti di gennaio? Gli accordi Fininvest-SES prevedono che il fondo cinese si faccia carico delle spese sostenute dalla holding attualmente proprietaria del club a partire dal 1° luglio 2016. Ci si domanda perché i cinesi abbiano deciso di optare per un mercato senza budget invece di aprire un po’ il portafoglio.

12 – E’ possibile che siano soldi di Fininvest? E’ impossibile dare un risposta. Di certo c’è che alle Isole Vergini Britanniche esiste una delle casseforti riferibili a Silvio Berlusconi, ma è troppo poco anche per avanzare un sospetto. Inoltre far rientrare capitali attraverso la Cina sarebbe un grosso azzardo e non a caso Fininvest ha sempre smentito. Però sull’effettiva proprietà dei soldi finora incassati come caparra non vi è certezza.

 

Redazione MilanLive.it

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