Gullit: “Devo molto al Milan, ma andai alla Sampdoria per frustrazione”

Ruud Gullit
Ruud Gullit (Getty Images)

MILAN NEWSRuud Gullit è stato un grande campione e molti se lo ricorderanno sicuramente. La sua carriera è legata soprattutto al Milan, con cui collezionò 56 gol in 171 presenze e vinse molti trofei. Nel suo palmares in maglia rossonera troviamo: tre Scudetti, tre Supercoppe Italiane, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali.

Il 54enne olandese nella serata di ieri è stato ospite della nota trasmissione ‘Che tempo che fa’ in onda su Rai3 e condotta da Fabio Fazio. L’ex giocatore è stato interpellato su Arrigo Sacchi e ha rivelato alcuni aneddoti interessanti: “Non parlava bene inglese, peggio di me con l’italiano. Comunque quando giochi capisci la lingua del calcio. Una volta nello spiegarmi di fare una finta di venire incontro e poi andare si è stirato un muscolo del collo. Era un grande allenatore, grande personaggio. E’ stato importante per la nostra storia, anche per il modo in cui abbiamo giocato. Era un fanatico, urlava sempre. Finiva la voce a volte e usava anche il megafono. Lui la sera prima delle partite voleva parlare sempre coi giocatori, me nessuno voleva farlo e quando sentivamo passi nel corridoio spegnevamo le luci in camera”.

A Gullit viene mostrata una vecchia foto in cui ci sono lui, Marco Van Basten e Frank Rijkaard in maglia rossonera: il famoso trio olandese. Commenta così quell’immagine e non solo: “Ci sentiamo spesso, Marco è in Svizzera in ufficio e Rijkaard anche sta bene. I baffi? Quando mi vedo mi sembra di essere un attore porno, è brutto con quei baffi e quei capelli”.

L’olandese ha speso elogi per Diego Armando Maradona, ricordando quanti giocatori avversari volevano picchiarlo e lui riusciva lo stesso a fare determinate giocate. Ruud ricorda anche per sé non c’erano trattamenti di favore, ma la sua stazza fisica era diversa rispetto a quella del Pibe de Oro e dunque a volte incuteva timore nei difensori rivali: “Volevano picchiare anche me, ma quando andavo per terra mi alzavo subito e l’avversario si chiedeva se mi avesse picchiato o meno e se fossi arrabbiato. Dopo aveva molta più paura di me. Rijkaard era peggio, quando veniva picchiato non diceva niente fino all’ultimo minuto e dopo picchiava prendendosi la rivincita”.

Fazio, tifoso sampdoriano, ricorda a Gullit l’esperienza vissuta alla Sampdoria e l’ex attaccante parla molto bene di quella sua avventura a Genova: “E’ stato importante per me. Io devo molto al Milan, dove ho avuto grande disciplina. Andai alla Sampdoria perché il Milan e soprattutto i medici non avevano fiducia in me e nel mio ginocchio, ma non era vero che fosse sempre rotto. Stavo benissimo e non mi facevano giocare. Ero molto deluso e andai via. La Sampdoria mi ha dato la libertà di giocare. Al Milan al massimo ho segnato 9 gol in stagione, mentre alla Sampdoria ne feci 16. Ero libero e felice, anche a livello di vita. Ero talmente frustrato dal fatto di non poter giocare e di non poter dimostrare che potevo farlo, che quando ho segnato contro il Milan ho festeggiato. Mi avevano preso il cuore, il Milan era nel mio cuore. Mi sentivo male per come mi avevano trattato, fui contento di aver segnato. Quando il Milan mi ha chiesto di tornare è stato il mio cuore a decidere, però è stato un errore tornare perché ero cambiato come persona. Io devo molto al Milan, ma la Sampdoria ha un posto speciale nel mio cuore”.

A Sky Sport ha avuto anche modo di rivelare che, prima di accettare l’offerta del Milan, ne ricevette un’altra importante da una big della Serie A: “Inizialmente mi voleva la Juventus. Quando ero al Psv un nostro dirigente aveva una idea di Super League, la Juve voleva partecipare solo perché volevano me. Loro avevano vinto tanto, il Milan non aveva vinto niente. Così ho preferito andare in una squadra che ancora non aveva vinto”.

 

Redazione MilanLive.it

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