Gattuso: “Il mio Milan macchina perfetta. Istanbul 2005? Volevo andarmene”

Gennaro Gattuso
Gennaro Ivan Gattuso (©Getty Images)

MILAN NEWSGennaro Ivan Gattuso è stato tra simboli del Milan vincente di Carlo Ancelotti. Un elemento insostituibile per la sua grinta e la sua tenacia. Un interdittore fondamentale per garantire equilibrio a una squadra composta da tanti giocatori tecnici.

Nell’ultima intervista concessa a Sky Sport, l’ex giocatore ha ricordato i suoi trascorsi importanti a Milanello e ha spiegato come fosse a quei tempi l’ambiente e come si è poi evoluto in maniera non positiva: “Allora quella rossonera era una società che ti faceva pensare solo al calcio, una macchina perfetta. Negli ultimi miei anni, qualcosa si stava perdendo e qualche giovane non rispettava le regole. Io, un giorno mi stavo facendo la barba, ho lasciato il lavandino sporco e Costacurta me ne ha dette di tutti i colori. Ho lasciato perché al Milan non vedevo più queste cose, ero arrivato quando c’erano grandi campioni, mi bastava guardarli e capire come dovevo comportarmi”.

L’addio di tanti senatori ha fatto venire meno il rispetto di determinate regole, anche se quest’anno non si può certo dire che non vi sia un gruppo unito e rispettoso. Anzi, sembra che finalmente l’ordine sia stato ristabilito e ciò si rispecchia in quelli che sono i risultati. Nessuno è sopra le righe, non ci sono elementi destabilizzanti nello spogliatoio e tutti remano nella medesima direzione. Il lavoro di Vincenzo Montella sulla testa dei suoi ragazzi è stato importante.

E a proposito di testa, Gattuso ha ricordato anche quanto fu difficile superare lo shock della finale di Champions League persa a Istanbul nel 2005 contro il Liverpool. Dopo un primo tempo concluso sul 3-0, i rossoneri si sono fatti rimontare nella ripresa e sono stati sconfitti ai rigori: “Ho vissuto male quella sconfitta. Quando stai vincendo una finale 3-0 a fine primo tempo e poi la perdi in quel modo ci vogliono mesi per riprenderti. Per me il Milan è stato un sogno durato 13 anni e in quell’occasione mi sono sentito in colpa perché avevamo perso una finale incredibile e volevo andare via, volevo cambiare aria. Non stavo bene con me stesso. Con gli altri poi non ne abbiamo più riparlato ma Galliani ricorda che gli chiesi di andare via e lui dovette faticare molto per convincermi a restare”.

 

Redazione MilanLive.it

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