Milan, Capello: “Berlusconi non interferiva nelle mie decisioni”

Fabio Capello
Fabio Capello (©Getty Images)

MILAN NEWS – L’era di Silvio Berlusconi, prima o poi, è destinata a finire. Il passaggio della società in mani cinesi continua a tardare, ma si ha la netta sensazione che sia solo questione di tempo. C’è l’accordo su tutto fra Sino-Europe Sports e Fininvest per il rinvio del closing, che dovrebbe essere fissato entro fine marzo o inizio aprile.

Il presidente ha reso grande il Milan in questi ultimi 31 anni. Ha portato grandi campioni in rossonero e, soprattutto, grandi allenatori. Oltre ad Arrigo Sacchi, un’altra sua intuizione fu quella di affidare la squadra a Fabio Capello dopo l’addio del primo. Quest’ultimo, intervistato da Fox Sports, ha ripercorso la sua esperienza milanista e ha parlato anche di Berlusconi.

Ecco il racconto di come è nata la possibilità di allenare i rossoneri: “Mi telefonò Berlusconi per chiedermi se me la sentivo di allenare il Milan. Il presidente mi disse che Arrigo diceva che quel Milan era una squadra finita, con i giocatori demotivati. Dai primi incontri con i giocatori fu facile. Erano fuoriclasse. Dissi loro che non era vero che erano ‘finiti’ ma che credevo in loro e che mi avrebbero dato grandi soddisfazioni“.

Fra lui e il presidente c’è sempre stato un buon rapporto. Capello spiega: “Berlusconi si occupava di tutto. Trovava il tempo di interessarsi se uno stava bene, se uno stava male. Si interessava della formazione. Voleva sapere come stava la squadra o se c’era qualche dubbio. Non mi ha mai detto vorrei che giocasse questo o che giocasse quest’altro. Non ha mai interferito nelle mie decisioni“.

Una delle sue più grandi vittorie è senza dubbio la Champions League vinta ad Atene contro il Barcellona per 4-0: “Crujff era convinto di vincere. In Finale di Champions non potevo schierare Baresi e Costacurta che erano squalificati. Avevo capito cosa fare ovvero mettere Maldini centrale con Galli e Panucci terzino. Perché non ho mai esultato? Non ho mai esultato per i gol perché credevo che ogni gol fosse il risultato di un lavoro settimanale e mensile di tutti quanti. Quella partita con il Barcellona fu particolare. Fu la festa per Berlusconi. Noi vincemmo la Champions e lui ricevette la fiducia per diventare presidente del Consiglio. Era molto felice“.

 

Redazione MilanLive.it

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