Calhanoglu, incognita ruolo: Montella studia come sfruttarlo

Hakan Calhanoglu
Hakan Calhanoglu (©Getty Images)

L’arrivo di Hakan Calhanoglu generò grande entusiasmo nel momento in cui divenne ufficiale. Numerosi i tifosi che andarono a Casa Milan per accogliere il 23enne turco, proveniente dal Bayer Leverkusen.

L’ex Amburgo si è preso la maglia numero 10, che rispecchia fedelmente quelle che sono le sue grandi qualità tecniche. Da anni non si vedeva un giocatore così a Milanello. Calhanoglu è un fantasista dal piede destro fatato. E’ abile sia nelle conclusioni verso la porta, in particolare quando si tratta di calciare punizioni, e sia nel servire assist. Sa pescare i compagni con verticalizzazioni e lanci improvvisi, vedendo spazi che altri non vedono. Un vero numero 10.

Le qualità tecniche del turco non si discutono, ma subito ci si è chiesti come Vincenzo Montella lo avrebbe inserito in squadra a livello di ruolo. Calhanoglu predilige agire da trequartista, tra le linee, ma al Bayer Leverkusen moltissime volte nelle ultime due stagioni è stato impiegato come esterno offensivo sinistro. Proprio in quest’ultima posizione il mistero lo aveva messo nelle primissime partite, salvo poi spostarlo come mezzala sinistra.

Per giocare con profitto da centrocampista, Calhanoglu dovrà crescere molto. Non si tratta di una collocazione tattica ancora pienamente nelle sue corde. Serve lavorarci su e sperare col tempo di raccogliere i frutti. Non è escluso che, con il ritorno di Giacomo Bonaventura, il turco possa essere riproposto come esterno offensivo di sinistra. Jack oggi è tornato ad allenarsi in gruppo e ci sarà per Lazio-Milan, dove potremo vedere quali saranno le scelte di Montella nel suo 4-3-3.

Calhanoglu è sicuramente un elemento che per la sua duttilità, oltre che per le sue enormi qualità tecniche, può essere prezioso. Il mister deve studiare la maniera migliore per sfruttare al meglio il proprio numero 10, il quale con il crescere della propria condizione fisica avrà sicuramente un rendimento in linea con le aspettative.

 

Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)

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