Fassone: “Inter disorganizzata. Al Milan spetta a me decidere”

Marco Fassone
Marco Fassone (©Getty Images)

MILAN NEWS – Quello di domenica sarà un derby importante per tanti motivi. Sia per questioni di classifica e storia, ma anche per rivalsa. In questo caso, non di calciatori, bensì di dirigenti. Marco Fassone infatti si ritroverà di fronte (per la seconda volta da quando è amministratore delegato del Milan) la sua ex squadra.

Intervistato dal Guerin Sportivo, il CEO rossonero ha spiegato: “L’Inter… è l’Inter, una società che ha sempre avuto bisogno di un uomo forte in panchina. Ha un’anima naif, come una bella donna un po’ disorganizzata, come l’ha definita Moratti. Ora ha trovato un uomo forte come Spalletti e sta andando bene“.

Prima dell’Inter, però, Napoli e Juventus: “La Juve è la società più strutturata e la più aziendale. Ci sono arrivato dall’industria alimentare e soprattutto per questo non è stato traumatico entrarci. Il Napoli è un club padronale perché ha un proprietario che decide e determina, ma è stato abile a calarsi nella realtà e a dotarsi di una struttura molto snella ed efficiente“.

Più che quella in bianconero, per Fassone è stata fondamentale l’esperienza a Napoli. Se oggi è al Milan lo deve anche ad Aurelio De Laurentiis: “E’ stato il primo ad accordarmi la direzione generale di una società e quella è stata una parentesi formativa molto importante per me che non avevo mai avuto compiti nella parte sportiva. Senza il coraggio che ha avuto lui, adesso non sarei qui e senza dubbio le due stagioni al Napoli sono state fondamentali per arricchire il mio background“.

Per la prima volta ha un ruolo importante dal punto di vista decisionale. Una posizione difficile e scomoda, ma molto stimolante. Fassone spiega: “Nelle altre società avevo sempre una ‘rete di protezione’ perché, bene o male, c’erano altre persone che avevano l’ultima parola in un processo decisionale al quale partecipavo, ma che non determinavo fino in fondo. Qui al Milan invece la proprietà demanda tutto al management e quindi il compito di decidere spetta a me. Sono di fronte a una specie di ‘O vinco o perdo’ che però è stimolante“.

L’amministratore delegato del Milan non ha dubbi: “Sono convinto che faremo bene anche perché ho una squadra di collaboratori di comprovata esperienza e bravura“. Ma il pericolo di non qualificarsi alla Champions League è alto: “Ma non sarebbe un dramma. Alla Uefa ho presentato anche nei piani che non prevedono la qualificazione alla Champions, ma avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe… positivo (sorride, ndr) e ci consentirebbe di non dover pensare alla cessione di un giocatore“.

Il Milan non è in lotta per lo scudetto. Serve tempo per poter competere per certi obiettivi: “Juventus e Napoli sono più forti delle altre e la nostra corsa per entrare nelle prime quattro la dobbiamo fare su Roma, Inter e Lazio. Quando si inizia un nuovo progetto sono consapevole che ci vuole tempo e non si vince al primo anno, ma cercheremo di dar fastidio a tanti“.
La società però si aspetta il massimo dai calciatori: “Vogliamo che i nostri giocatori mettano in campo tutte le energie e il sudore possibili, che diano insomma sempre il massimo per rispettare i tifosi e la storia di questo grande club. Il prossimo anno, poi, inseriremo altri 2-3 elementi nei ruoli che l’allenatore e Mirabelli riterranno più opportuni“.

 

Redazione MilanLive.it

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