Gattuso: “Io primo colpevole. Bonucci esemplare. Ritiro? Era il minimo”

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso (foto acmilan.com)

Consueta conferenza stampa per Gennaro Gattuso alla vigilia di Milan-Atalanta, 17ª giornata di Serie A e ultima del 2018 a San Siro per quanto riguarda il campionato. Mercoledì, infatti, ci sarà il derby con l’Inter in Coppa Italia.

I rossoneri sono reduci dalla pesante sconfitta per 3-0 contro l’Hellas Verona al Marcantonio Bentegodi. Un k.o. che ha provocato la decisione della società, condivisa da Gattuso, di mandare la squadra in ritiro. In questi giorni il gruppo è rimasto a Milanello per lavorare e diventare più coeso. Ci si aspetta una reazione importante da parte del Milan sabato contro l’Atalanta.

Gattuso, conferenza stampa pre Milan-Atalanta

Gattuso in conferenza stampa esordisce parlando del ritiro: “Siamo stati più di qualche ora assieme. Abbiamo lavorato, facendo qualche ora in più in campo. Il problema della squadra non è come si lavora in settimana. Abbiamo bisogno del veleno, ovvero dare qualcosa in più. C’è bisogno che quelli con più di esperienza aiutino anche i giovani in campo. Quando vedo una squadra che quando va in difficoltà scompare. Si vede analizzando le varie partite”.

Si parla poi dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini: “L’Atalanta è una squadra che vola. Ha cattiveria agonistica, non mollano un centimetro. La loro condizione migliora minuto per minuto. Vedendo loro e noi ci sono velocità e cattiveria diverse. Dopo Bologna e Verona non ero soddisfattissimo, perché ogni volta che sbagliamo la prima pressione diamo l’impressione di poter subire gol. Anche dopo le vittorie lo dicevo. Come ci allunghiamo escono le nostre pecche”.

Gattuso prosegue sui miglioramenti che vanno fatti: “Bisogna allenare la mentalità. La condizione fisica non basta. Bisogna lavorare. Le gambe vanno meglio, ma bisogna migliorare. La squadra a volte non percepisce il pericolo. La colpa è mia, a volte la squadra pare che scenda in campo impreparata. Serve progredire, sennò si rischiano di fare figuracce. Ovviamente è responsabilità mia, sono io che li alleno e li metto in campo. Il primo responsabile sono io”.

Il mister parla ancora del ritiro: “Dopo 3-0 a Verona e il punto a Benevento era il minimo fare il ritiro, per lavorare. Abbiamo una maglia importante e gloriosa. Sono state scritte falsità, non è vero che la squadra non voleva. Erano tutti sereni e hanno accettato questa cosa”.

Gattuso smentisce le voci sulle dimissioni: “Non ho mai pensato alle dimissioni. Sono stato in sede solo a parlare del ritiro. Questa è una grande occasione, sapevo che c’erano difficoltà sennò non cambiavano allenatore. Sapevo che c’era da lavorare. Mi sento addosso le responsabilità per 300-400 milioni di tifosi nel mondo. Non è un ritiro punitivo. Solo un punto tra Benevento e Verona, il Milan non può farne solo uno”.

Commento ai consigli di Silvio Berlusconi sul passaggio al modulo 4-3-1-2: “Nulla di nuovo. Appena arrivato mi ha chiamato. Per 14 stagioni una settimana sì e una no diceva sempre quello. Lo sa anche mio figlio. Io devo anche valutare le caratteristiche dei giocatori che alleno”.

Gattuso prosegue sullo stesso tema: “Nelle ultime 2-3 partite vedete Suso più vicino alla punta, c’è un lavoro dietro. Se propongo subito l’altra posizione magari si irrigidisce, serve tempo per entrare nella testa dei giocatori. Poi il Milan ha vinto anche con due mezzepunte e una punta, qualcosa abbiamo vinto. Non faccio polemiche, ho stima e rispetto per Berlusconi”.

Si parla della situazione di Leonardo Bonucci: “Non devo fare carezze a Bonucci o regalargli qualcosa. E’ sempre il primo a metterci la faccia, non si tira mai indietro. E’ un esempio per tutti. Parlo sempre con lui, non mi ha mai detto che andrà via, idem Donnarumma. E’ uno dei giocatori che fa di tutto per risolvere i problemi. Si assume le responsabilità per primo, i compagni lo seguono. Non vedo nulla di strano se un giocatore del Milan va a mangiare con due ex compagni. Ovviamente fa rumore, dato che avevamo perso a Verona”.

Ancora sul ritiro: “Il ritiro serviva anche per dare un segnale alla piazza. Abbiamo fatto una figuraccia, dovevamo lavorare e ho visto impegno. Io vedo ritmi incredibili, partecipazione, i ragazzi ce la mettono tutta, stanno anche in campo 20 minuti di più. Però non basta. In campo però diamo la sensazione di fare il compitino. Quello che facciamo in allenamento dobbiamo portarlo in campo. E’ difficile da spiegare all’esterno, però io tocco tutto con mano. A Verona la sensazione era che potessimo pareggiare, però siamo fragili e non siamo ancora squadra”.

Ecco cosa chiede alla sua squadra domani: “Non dobbiamo giocare dritto per dritto, con palle di facile lettura. L’Atalanta gioca a tutto campo, non dobbiamo perdere palle in uscite. Serve fare la scelta giusta. Mi aspetto la mentalità dei primi 20 minuti con Bologna e Verona. Dobbiamo essere corti, non dare campo agli avversari e tenere botta. L’Atalanta è forte fisicamente e ha qualità. Mentalità, voglia, serve sacrificio per vincere domani”.

Fino a quando durerà il ritiro? Rino risponde: “Eravamo rimasti che dovevamo restare in ritiro 4-5 giorni. Poi c’è da preparare il derby con l’Inter. Avevamo detto di rimanerci fino alla partita con l’Atalanta”.

Possibile contestazione dei tifosi a San Siro per Milan-Atalanta: “Sì, temo un clima di contestazione. Dobbiamo essere bravi, a livello mentale non dobbiamo sbagliare. Dobbiamo creare entusiasmo e portare i tifosi dalla nostra parte. So che atmosfera c’è quando contestano, spero non succederà. Spero che se faremo schifo, contesteranno a fine partita. Auspico che ci sostengano per 90-95 minuti, poi vediamo…”.

Gattuso va avanti nella conferenza stampa: “I numeri non sempre hanno logica. Per questo dico che dobbiamo giocare da squadra. Ci manca l’interpretazione. Nella costruzione e nella ricerca dei nostri giocatori ci siamo, però in transizione poi fatichiamo. Dobbiamo essere corti e lavorare sulle preventive. Anche la lettura delle azioni, come quando entrambi i terzini salgono e non va bene”.

Il tecnico spiega qual è la situazione interna: “Ho la sensazione che tanti giocatori per la giovane età non riescano a reagire. Manca l’esperienza. Ero convinto che la vittoria di Verona poteva farci cambiare la stagione, era un bivio. Avevo grandi sensazioni. C’era un’atmosfera mai vista nelle prime partite. Poi è uscito fuori un risultato bruttissimo. Io vedo che i ragazzi fanno di tutto per migliorare. Quando i ragazzi sbagliano in allenamento magari stanno là a pensare, invece bisogna andare avanti. Si deprimono molto facilmente”.

Non si guarda la classifica: “Dobbiamo pensare partita per partita preparandole in modo corretto. Non siamo nelle condizioni di pensare alla classifica”.

Si parla della società: “Fassone, Mirabelli e David Han Li mi chiedono cosa possono fare di più per il Milan. Non è vero che la società non è presente. Vengono a vedere tutti gli allenamenti, poi nelle partite non riusciamo a esprimere il valore dei ragazzi. Ci si domanda perché”.

Secondo Gattuso non è sufficiente una vittoria per svoltare: “Non basta la vittoria, venivamo da due vittorie con il Verona. Servono qualche parola in più, qualche faccia incazzata in più e anche io più incazzato. Se noi rimaniamo con questa mentalità, ne vinci qualcuna e poi ci ricaschi. Ognuno deve mettere qualcosa in più, siamo una squadra. Vorrei più compattezza, manca questo per me. Io non sono riuscito ancora a trasmetterlo. Sono convinto che la squadra possa fare di più”.

Il mister conclude: “Bisogna mettersi a disposizione dei nuovi arrivati. Una volta eravamo i primi a farlo. Nei momenti di difficoltà magari invitavamo un compagno nuovo a cena. Bisogna aiutarli, metterli in condizione di farli esprimere al massimo”.

 

Matteo Bellan

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