Gattuso: “Penso a migliorare, mi rivedo in Conte. Cutrone ricorda Inzaghi”

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso (©Getty Images)

Gennaro Gattuso alla vigilia del suo 40° compleanno ha rilasciato un’intervista a Carlo Pellegatti di Premium Sport. Tanti temi affrontati dall’attuale allenatore del Milan.

Il mister rossonero ha rivelato un retroscena riguardante la sua carriera da tecnico: “Nel 2016 avevo firmato un precontratto con la nazionale del Kazakistan ma nelle precedenti esperienze a Creta e Sion la mia famiglia non si era trovata bene, quindi ho portato Monica ad Astana, ha provato le temperature rigide e ho capito che era meglio fare un passo indietro. Decisione giusta? Sicuramente sbaglia lei meno di me, io non sono un calcolatore“.

Gattuso racconta quel era il suo spirito da giocatore quando il Milan vinceva tanti trofei nazionali e internazionali: “Nella vita mi sono goduto poco le vittorie, ho sempre pensato solo a migliorarmi. I successi non mi hanno cambiato, mi ricordo di più le sconfitte: ho vinto tanto ma ho vissuto male i trofei persi, mi sentivo responsabile“.

Elogi per Carlo Ancelotti, suo allenatore per tanti anni in rossonero: “Ancelotti per me non è stato solo un allenatore ma anche fratello, amico e papà: è stato tutto. Nei momenti di debolezza ci appoggiavamo a vicenda, tuttora abbiamo un rapporto incredibile“.

Si parla anche di Ricardo Kakà, suo compagno al Milan e grande campione che di recente ha annunciato il ritiro da calciatore: “Dall’esterno dava l’immagine di un ragazzo tranquillo ma è uno simpatico e che sa stare al gioco“. Parole anche per Patrick Cutrone e Filippo Inzaghi: “Cutrone è acerbo ma assomiglia a Pippo, ha le sue stesse movenze e il suo stesso veleno“.

Gattuso ricorda il suo addio al Milan nel 2012, quando decise di andarsene per tentare un’ultima esperienza al Sion in Svizzera: “Decisione mia, Galliani per un mese mi ha chiamato ogni mezzanotte mettendo la canzone “se mi lasci non vale”… ma pensavo – e lo penso anche oggi – che fosse finita un’epoca e bisognasse lasciare spazio ai giovani. Non volevo essere un peso, il Milan mi ha dato più di quel che gli ho dato io, è stato giusto andarsene senza polemiche“.

L’allenatore rossonero stima molto Massimiliano Allegri, con cui ha lavorato proprio al Milan per due stagioni, vincendo pure uno Scudetto e una Supercoppa Italiana: “Si fa scivolare tutto addosso, può perdere anche 15 giocatori per infortunio ma non si piange addosso e gestisce il gruppo in modo incredibile. Oggi è completamente diverso, me lo ricordo da giocatore perché era il mio capitano al Perugia e pensava solo a se stesso, non aveva regole. Da tecnico è molto credibile“.

Belle parole per Maurizio Sarri e Antonio Conte: “Mi piace tanto vedere come gioca il Napoli di Sarri e, per come prepara la partita e vede il calcio, mi rivedo un po’ in Conte anche se a me ovviamente manca ancora tanto per raggiungere certi livelli“.

Gattuso commenta il suo lavoro attuale: “Sto gestendo i giocatori per cercare di coinvolgerli tutti, serve dare minutagggio a tutti. L’importante è lavorare sul concetto di squadra, conoscere le proprie debolezze per migliorarsi“.

Il tecnico rossonero conclude così il suo intervento, parlando della stagione: “Difficile non guardare la classifica ma il lavoro ci porterà a migliorarla. Non punto in particolare su un giocatore ma sulla squadra: quando c’erano Maldini e Nesta potevamo anche permetterci Cafu e Serginho, oggi no e quindi dobbiamo giocare da squadra, mi auguro questo. Intanto contro il Crotone la squadra mi ha fatto un bel regalo ma la strada è ancora lunga, ora si godano questa settimana di riposo: è un gruppo che lavora bene e mi dà tanto, speriamo non perdano questa caratteristica“.

 

Redazione MilanLive.it

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