La fame, il Milan e il Mondiale: Gattuso in 40 frasi

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso (©Getty Images)

MILAN NEWS – Non avrà il dono dell’eloquenza, non sarà mai stato un filosofo o uno di quei calciatori con l’indole da insegnante. Ma scavando nella carriera di Gennaro Gattuso si ritrovano delle perle assolute di saggezza e spirito.

La Gazzetta dello Sport, per celebrare i suoi 40 anni, ha ripercorso la vita calcistica di Gattuso riportando altrettante citazioni e frasi rilasciate dall’attuale allenatore del Milan. Un omaggio simbolico per un personaggio straordinario, dall’aspetto e dall’indole rustica e provinciale ma con l’animo di un campione a tutti gli effetti.

News Milan, i 40 anni di Gattuso in 40 frasi storiche

Tre sono le citazioni che racchiudono l’indole di Rino Gattuso“La mia predisposizione alla fatica la considero quasi una malattia” – “Io al Milan mi sentivo tifoso, capitano, presidente” – “Fino a 13 anni ho giocato solo sulla spiaggia, non so tirare le punizioni e non so come si fa un assist, eppure ho vinto un Mondiale“. Parole che esprimono l’umiltà e lo spirito del mister rossonero.

In gioventù, quando ancora non era un calciatore formato e riconosciuto:

«Io da grande volevo fare il pescatore»
«La domenica stavo in spiaggia a giocare con gli amici. Era un punto d’incontro. Mi ricordo ancora che le porte erano i bidoni di nafta. Delle capocciate…» 
«Papà, sto scherzando, iamu» («Papà, sto scherzando, andiamo», dopo aver fatto finta di rifiutare la ricca offerta dei Rangers)
«I primi mesi a Glasgow li ho trascorsi in camera, vedevo tutto il tempo Rai Uno. A 18 anni chiuso in una stanza d’albergo a guardare “Il mondo di Quark”»

Frasi che riportano il suo stile di vita e di comportamento in campo:

«Gli avversari mi odiano perché gioco con la fame addosso» 
«Se nasci quadrato, mica puoi morire tondo» 
«Io non vado al Mondiale per un infortunio? Piuttosto mi lego al pullman come Fantozzi» 
«Come mando giù una sconfitta? Da solo, in cucina, mi preparo un panino e lo prendo a morsi come se fosse l’avversario che mi ha battuto»
«Mai chiesto autografi in via mia. Lo avrei chiesto volentieri a Maradona, ma non ho mai avuto il piacere di incontrarlo»
«Quando arrivai al Milan ero un mezzo scarpone, diciamo che qualcosa sono riuscito a fare»
«Ho finito una sola partita con la maglia asciutta. Nella Primavera del Perugia. Quel giorno avevo 38 di febbre»
«Vorrei rinascere Gattuso. Se undici Gattuso giocano contro undici Montella, di sicuro non perdono» 
«Io diffidato prima della finale? Non è che mi devo mettere la fascia di Rambo e andare a beccarlo per forza, io me lo mangio il cartellino!» 
«Tutte le volte che giocavamo contro la Francia dovevo marcare Zidane. La notte prima della partita non dormivo e pregavo perché accadesse qualcosa di magico»
«Mi hanno dato cinque giornate, ci mancava solo un mese di galera»
«Io sono quello che la gente vede. Perché so bene che nella vita, come nel calcio, i palloni gonfiati fanno poca strada»
«A Glasgow c’era un ragazzo più o meno della mia età che mi voleva pulire le scarpe. Mi sembrava umiliante per lui. Io le scarpe me le pulivo da solo»
«Devo controllarmi di più, Nel derby non dovevo andare col pugno sotto la faccia di Ronaldo»
«Se vinciamo il Mondiale, regalo l’intero premio della Federazione a una parrocchia» 
«Credo nel Signore, meno in una Chiesa che mostra troppo oro e magari c’è chi muore di fame»

Le sue parole sul Milan e sull’attaccamento ai colori rossoneri:

«Dovrei essere io a pagare una società come il Milan, che mi permette di partecipare ai più grandi eventi, e non il contrario» 
«Il Milan è patrimonio dell’Unesco, altro che Manchester City e Psg: loro sono senza storia»
«Il mio derby preferito è quello di Champions, con la parata di polpaccio di Abbiati che salvò la qualificazione»
«A vent’anni mi sono fatto la barba in spogliatoio e non ho pulito il lavandino. Costacurta mi ha dato uno schiaffetto: “Non è casa tua, vai a pulire”. Noi nello spogliatoio facevamo rispettare le regole, manca questo ora al Milan» 

Frasi su compagni e avversari incontrati sul campo:

«Kakà è un fenomeno al 100%. Se quest’anno non vince il Pallone d’oro glielo vado a comprare io» 
«Kakà mi ricorda il secchione della classe. Al primo allenamento vado per affrontarlo e mi pianta uno scatto tremendo. Penso: o ha un motore nascosto o è di un altro pianeta»
«Quando vedo giocare Pirlo, mi chiedo se io posso essere considerato davvero un calciatore»
«Nedved? Lui ha un gran tiro, io una ciofeca. Io ho il vizio di gesticolare, lui di cascare»
«Complimenti a Zanetti per come gioca. Io a 36 anni striscerò sui gomiti»
«La partita più bella? Quella contro la Juve a Manchester. Quella sera andai oltre le mie possibilità. Ricordo uno scatto di 120 metri per rincorrere il portiere»
«L’avversario più fastidioso da affrontare? Brandão, a Donetsk. Giocava sporco, mi metteva sempre le mani in faccia. Quel giorno non so come ho fatto a non perdere la testa»
«Certo che Totti, in questo momento, è il giocatore più forte del mondo» 
«Il mio erede? A me piace Nainggolan. Ha la grinta giusta però ehi… io ero più veloce di lui»

Infine le sue dichiarazioni più recenti da allenatore:

«A Sion. Mi è capitato di chiedermi “che cosa ci faccio, ho tutto da perdere”. Mi sono risposto: “Zitto e pedala”. Volevo sentirmi vivo»
«Zamparini è un incompetente totale»
«Questo è il paradiso. Questo per me è un sogno che continua» (novembre 2017, conferenza stampa di presentazione da nuovo allenatore del Milan)
«Sarebbe stata meglio una coltellata che prendere questo gol» (dopo il gol del portiere Brignoli a Benevento).

 

Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it

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